​Francia e Germania indignano ma non sorprendono. È l'Europa che dimostra tutta la sua debolezza

Domenica 24 Settembre 2023

Caro direttore,
il governo tedesco finanzia le ong e ricatta l'Italia. Stupisce che un grande Paese come la Germania, un membro fondatore e importante dell'Unione europea, invece di investire risorse finanziarie per combattere il nuovo schiavismo nella forma della migrazione illegale, abbia intenzione di utilizzarle per alimentarlo. L'amministrazione di sinistra di Berlino dà soldi ai tassisti del mare, le ong, e pretende che l'Italia si tenga le vittime dell'ignobile traffico di esseri umani offrendo altri soldi. Inoltre si appiglia al regolamento di Dublino per minacciare il nostro Paese. Non è chiaro, a mio parere, a quale gioco stia giocando la Germania. Sarebbe interessante capire se questa nostra grande alleata abbia la volontà di affrontare correttamente la questione o se, al contrario, si sia cristallizzata su posizioni che aggravano il problema di cui si tratta. Se Berlino fosse in buona fede, cosa da dimostrare, dovrebbe rendersi rapidamente conto che non si possono più accogliere clandestini ma che le partenze dall'Africa vanno fermate, che il regolamento di Dublino non può più essere rispettato perché, da quando fu sottoscritto, le condizioni sono radicalmente cambiate e, in diritto internazionale, i patti, se le condizioni cambiano, vanno a loro volta adattati alla nuova situazione.


Mauro Cicero
Mogliano Veneto TV


Caro lettore,
la posizione sui migranti della Germania, non diversamente da quella della Francia, ci può (giustamente) indignare e scandalizzare, ma purtroppo non ci deve sorprendere.

Perché non rappresenta una novità e perché è la conferma che quando la congiuntura economica e politica è sfavorevole, in ogni paese gli interessi nazionali prevalgono su tutto il resto. Anche in Germania la crescita economica è in questo momento fortemente rallentata: un dato che condiziona inevitabilmente le scelte del governo in ogni campo. E non c'è tema più sensibile dell'immigrazione per cercare di influenzare l'opinione pubblica ed ottenere consensi. Non è un problema di destra o di sinistra: tutti sfruttano questo tema contro gli avversari politici. Tanto la Francia quanto la Germania scontano in questo momento le difficoltà di leadership di governo deboli e precarie che trovano nel tema migranti un fronte su cui far la voce grossa, su cui dimostrare la propria (effimera) fermezza o affermare il proprio (strumentale) spirito di solidarietà nei confronti di chi soffre. Che questo avvenga a discapito di altri paesi alleati poco importa. Per questo, come ho scritto anche recentemente, l'Europa ha, o meglio dovrebbe avere, un ruolo decisivo e assai più incisivo. Per evitare che gli interessi e gli egoismi nazionali abbiano la meglio. Di fronte alla pandemia l'Europa ha avuto la capacità di dare risposte coraggiose e unitarie. Ma in quel caso si trattava di metter mano ai cordoni della borsa e di mettere a disposizione risorse eccezionali per contrastare le conseguenze sociali ed economiche del Covid. Oggi si tratta di intervenire politicamente e di imporre una strategia europea condivisa nella gestione dei flussi migratori. Non è solo un problema di soldi, ma di scelte politiche vincolanti per tutti i paesi dell'Unione. E purtroppo è proprio su questo che l'Europa continua a dimostrare tutta la sua debolezza.

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