È un'illusione che Putin cada per congiure di palazzo, il dittatore alzerà sempre più il livello di scontro

Mercoledì 20 Marzo 2024

Egregio direttore,
alla fine Putin ha dimostrato che i russi sono con lui. Le libere elezioni lo hanno confermato al vertice del suo Paese con l'87 per cento. Nessun altro leader gode di un tale consenso: i tentativi dei suoi oppositori di boicottare il voto si sono risolti nel nulla. Sarebbe ora che l'Europa e l'Occidente ne prendessero atto e scendessero a patti con lui a partire dalla guerra in Ucraina. Non si può difendere l'indifendibile.

R.L.
Belluno


Caro lettore,
definire libere elezioni quelle avvenute in Russia mi sembra quanto meno azzardato.

O forse io e lei diamo un significato diverso al concetto di libertà. In ogni caso: Putin non aveva praticamente oppositori, gli altri tre candidati alla presidenza erano orpelli utili a rendere esteticamente più credibile il previsto plebiscito e infatti erano con Putin sul palco sulla Piazza Rossa a festeggiare la vittoria del loro avversario e quindi la loro sconfitta. Incredibile ma vero. Il clima di terrore che pervade la Russia e che ha portato all'arresto anche nelle ultime settimane di centinaia di oppositori ha indotto moltissimi cittadini ad andare a votare e a votare per il capo del Cremlino per evitare ritorsioni. La morte di Navalny, avvenuta poche settimane fa, è stata un segnale molto eloquente per chiunque avesse intenzione di rovinare la festa a Putin e impedirgli di celebrare la vittoria che lo renderà il capo più longevo della recente storia russa. Ciò significa che queste elezioni non hanno nessun significato? Come termometro di democrazia e di libertà certamente non hanno molto valore. Non diversamente da quelle che hanno confermato al potere altri dittatori come il siriano Assad o come il vicino bielorusso Lukashenko. Simulacri di democrazia. Sono però un indicatore e una conferma del consenso di cui, per paura, per convinzione o per naturale attitudine alla sottomissione, gode il leader del Cremlino nel suo Paese. E che è quindi per ora illusorio immaginare che Putin possa essere sconfitto o destituito da manovre di palazzo o da opposizioni interne. Un Gran Consiglio del Cremlino, ammesso che mai ci sarà, non sembra proprio all'orizzonte. Non ce ne sono le condizioni politiche né quelle economiche: per ora l'industria di guerra garantisce occupazione e crescita del Pil. Dunque l'Occidente è con questo Putin che deve e dovrà fare i conti. Sull'Ucraina e non solo. E non sarà un'impresa facile. La spregiudicatezza con cui l'autocrate russo ha gestito questo voto è la dimostrazione che siamo di fronte a un uomo disposto a tutto e a un dittatore che non farà concessioni, anzi alzerà sempre di più il livello di scontro e le sue ambizioni imperiali. Anche perché non ha alternative.

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