Si può essere democratici e non anti-comunisti? Sì, se si chiudono gli occhi sugli orrori del comunismo

Venerdì 1 Marzo 2024

Caro Direttore,
ultimamente ad una professione di antifascismo ne viene richiesta una di anticomunismo. Francamente, non capisco perché vi debba essere questa equiparazione: non capisco perché il sacrosanto ripudio del fascismo obblighi a fare altrettanto con il comunismo, dal momento che la nostra Costituzione porta la firma anche di Palmiro Togliatti, Umberto Terracini e Nilde Iotti, dirigenti del Partito Comunista Italiano. Si può avere una visione politica diversa dal comunismo, lo si può avversare sul piano sociale, politico ed economico, ma l'anticomunismo non è richiesto per dirsi democratici. È il fatto di non riuscire a definirsi antifascista rivela l'incapacità della destra italiana di fare i conti con una parte consistente della propria storia.

Paride Antoniazzi


Caro lettore,
ogni Paese ha la sua storia, ma non diversamente dal nazi-fascismo, il comunismo (o il cosiddetto socialismo realizzato) è un tragico percorso che ha marchiato, e purtroppo in alcune parti del mondo marchia ancora, di orrori, di sopraffazioni e di morte, la storia dell'umanità e la vita di milioni di persone.

Il fatto che a contribuire a scrivere la nostra democratica Costituzione siano stati anche esponenti di punta del Partito comunista italiano, non cancella né attenua le devastanti responsabilità storiche e politiche del comunismo né ci deve far dimenticare che alcuni anni dopo, molti di quegli stessi dirigenti, coprirono e giustificarono violazioni totali delle libertà democratiche prima in Ungheria e poi in Cecoslovacchia. Non si tratta di equiparare nulla né di mettere sullo stesso piano esperienze storico e politiche diverse. Ma di prendere atto che, dalla Germania di Hitler alla Russia di Stalin, dal Cile di Pinochet alla Cambogia dei Khmer Rossi, entrambe queste ideologie politiche, il nazi-fascismo e il comunismo, una volta trasformatisi in sistemi di potere e di governo, hanno prodotto lo stesso risultato: feroci regimi dittatoriali. Ciononostante lei può liberamente ritenere che non sia necessario definirsi anti-comunisti per essere democratici. La storia insegna però che il comunismo, laddove ha conquistato il potere, è stato la radicale e brutale negazione della democrazia e delle libertà. E, se mi permette, la sua lettera dimostra anche un'altra cosa: che se certamente una parte della destra italiana non ha ancora fatto fino in fondo i conti con la storia (la propria e quella della nazione, anche una parte della sinistra è da questo punto di vista ancora in arretrato con i compiti. E preferisce impartire lezioni agli altri, piuttosto che fare essa stessa i conti con i propri errori e le proprie contraddizioni.

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