Egregio Direttore,
5 minuti fa un signore sui 50-55 anni mi ha suonato al campanello di casa: scusi se la disturbo, chiedo la carità. La situazione è dura e chiedo semplicemente qualcosa... . Una persona vestita normalmente, con una parlata normale. Potevo essere io stesso, che all'incirca ho la stessa età. Non sapevo cosa pensare, un imbroglione? Ma forse no! Mi ha fatto veramente pena, mi sono visto al suo posto, senza lavoro a dover chiedere qualcosa. Ho fatto l'elemosina, ma tutto è finito là. Ma siamo messi così male? Pare di si. Descrivendo quanto successo ai miei amici mi hanno informato che su problemi del genere è attivo il Comune di Dolo, la Parrocchia di Dolo e di Cazzago e chi sa chi altri. E allora io le scrivo perché si pubblicizzi questo il più possibile. Prima di parlarne con i miei amici, io non lo sapevo. Sono d'accordo con Lei, sono poco interessato al voto ai sedicenni, sono molto più interessato a fare sapere che in Comune qualcuno può dare una mano, che in Parrocchia qualcuno può dare una mano. Può dare una mano anche il Gazzettino divulgando queste informazioni?
Alberto Bonafè
Dolo (Venezia)
Caro lettore,
proprio pochi giorni fa sul nostro giornale abbiamo raccontato le storie dei nuovi poveri che a Venezia frequentano oggi i centri di assistenza: persone che fino a pochi mesi fa avevano un buon lavoro, conducevano un'esistenza più che dignitosa, senza lussi ed eccessi ma senza farsi neppure mancare nulla e ora si ritrovano costretti a chiedere un aiuto per la loro sussistenza e quella delle loro famiglie. È una realtà triste ma anche molto seria che, finora, il blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione estesa a tutte le attività economiche, i pur inadeguati e spesso ritardati ristori hanno evitato assumesse dimensioni ancora più rilevanti ed evidenti.