Siamo fragili e vulnerabili, ma anche capaci di reagire: la lezione del coronavirus

Martedì 25 Febbraio 2020
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Caro direttore,
chi lo avrebbe mai detto che la riforma elettorale, la prescrizione, la crisi economica, tutto sarebbe passato in secondo piano difronte al 2019-n CoV, il cosidetto Coronavirus. Morti, infettati, aree di quarantena circondate dalle forze e dell’ordine e magari in seguito dall’esercito in un Paese abituato a pensare che tanto lo “stellone italico” risolve sempre tutto. Questa volta non sarà così. In questa circostanza che nessun si aspettava, dato che fino a qualche giorno fa ci avevano rassicurato dicendoci che tutto era sotto controllo per poi improvvisamente ritrovarci ad essere uno dei Paesi al mondo con il maggiori numero di casi, dovremo far ricorso a tutta la nostra serietà, dovremo riscoprirci un popolo disposto ad aver fiducia nel suo sistema sanitario e nei suoi pubblici amministratori a qualunque parte politica appartengano. Nel frattempo credo si debba dare piena solidarietà a tutti coloro che vivono il disagio e la sofferenza del Coronavirus. Un grazie a tutti gli operatori sanitari in prima linea nel combattere la malattia e grazie alla forze dell’ordine chiamate al triste compito di presidiare le zone di quarantena. Siamo con voi.

Maurizio Conti
Portogruaro (Ve)

Caro lettore, 
talvolta le prove della vita ci fanno capire quale sia davvero la scala delle priorità e, insieme, quanto siamo umanamente fragili e vulnerabili. È esattamente quello che sta accadendo in questi giorni al nostro Paese. Certo, nonostante tutto, avremmo preferito continuare ad assistere alle funamboliche evoluzioni di Matteo Renzi o agli equilibrismi non solo dialettici di Giuseppe Conte impegnato a tenere a galla se stesso e il suo governo tra prescrizioni, reddito di cittadinanza, tagli fiscali. Purtroppo il coranavirus ci ha richiamata alla dura realtà. 
Ci ha ricordato che esistono cose maledettamente più serie e complesse di quelle che riempono talvolta i nostri notiziari. Ma ci ha ricordato anche che non siamo invincibili e che il mondo globalizzato ci espone inevitabilmente a rischi che non sempre siamo in grado di prevedere, gestire e governare. 
In compenso ci ha però anche mostrato un Paese che dimostra di sapere reagire e che può contare su tante persone, negli ospedali e fuori, pronte a mettersi in gioco e a fare fino in fondo il proprio lavoro pur tra tante difficoltà. Poi, certo, in mezzo a noi, ci sono anche sindaci come quello di di Ischia. Ma questo ci conferma solo che esistono gli imbecilli. E purtroppo non è una novità, neppure ai tempi del coronavirus.
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