Caro direttore,
volevo spiegare perché il mestiere di artigiano va scomparendo è un prestatore d'opera, significa che il risultato finale è creato con le proprie mani, ciò comporta ore, giorni, anni di esperienza lavorativa, e dolori fisici di qualsiasi natura, persistenti e peggiorati nel corso degli anni.
La clientela te la devi meritare non guadagnare per questo il risultato finale deve sempre esser perfetto ma poi alla fine?
Dopo 45 anni e più non riesci a vendere la licenza perché ormai sono liberalizzate, devi vivere con 723 euro al mese di pensione avendo sempre versato per 45 anni i contributi.
In conclusione penso che chi non sceglie di fare l'artigiano ha ragione.
B. Barbato
Venezia
Cara lettrice,
per un Paese ancora a forte vocazione manifatturiera come l'Italia, dove il "saper fare" e la manualità fanno ancora la differenza, gli artigiani rappresentano, o dovrebbero rappresentare, un'importante risorsa.
Da difendere e preservare. Non sembra essere così. Il loro numero infatti è in costante diminuzione: secondo le statistiche ufficiali nel 2008 (anno in cui si è toccato il picco massimo di questo inizio di secolo), le imprese artigiane in Italia erano pari a 1.486.559 unità, poi sono progressivamente scese e nel 2023 si sono fermate a quota 1.258.079. E se è vero che alcuni comparti di attività, come l'informatica o il benessere e la cura del corpo, registrano dati in crescita, la tendenza negativa del settore ormai è una costante. Le ragioni di questo fenomeno sono numerose. Lei nella sua lettera ne ha indicate alcune: il forte impegno anche fisico richiesto da alcune attività, l'assenza di orari e, dulcis in fundo, anche una scarsa copertura previdenziale quando arriva il momento della pensione. Nel sempre minor numero di artigiani in attività, pesa anche il ricambio generazionale, ossia la crescente difficoltà di dare continuità all'attività di famiglia. I figli degli artigiani sempre più spesso preferiscono dedicarsi ad altro. Come mai? Su questo incide e ha inciso molto la svalutazione culturale del lavoro manuale registrata negli ultimi anni in Italia, che ha allontanato molti ragazzi dall'artigianato a favore di lavori più "intellettuali". Con risultati anche paradossali: oggi in Italia ci sono poco meno di 240mila avvocati e "solo" 180mila idraulici. Anche la scuola ha avuto le sue responsabilità con gli istituti professionali, ossia i luoghi dove si dovrebbero formare i nuovi artigiani, relegati per anni a scuole di serie B o C o ad aree di parcheggio per ragazzi con poca propensione allo studio. Il risultato di tutto ciò l'abbiamo purtroppo sotto gli occhi: alcune figure professionali sono ormai introvabili e stiamo perdendo antichi saperi. Non sono segnali positivi.