Theia, resti del pianeta che si scontrò con la Terra e formò la Luna trovati nel sottosuolo: la scoperta

Domenica 5 Novembre 2023
Theia, resti del pianeta che si scontrò con la Terra e formò la Luna trovati nel sottosuolo: la scoperta

Theia.

La teoria dell'antico pianeta che si schiantò sulla Terra primordiale miliardi di anni fa - secondo cui i detriti scaturiti dell'impatto andarono a "formare" la nostra Luna - è ormai consolidata nel mondo scientifico-astronomico. Quello che è sempre rimasto in dubbio è quale fine abbiano fatto i resti di quel pianeta dopo quell'immane scontro. Dubbi che una nuova scoperta potrebbero sciogliere. Forse - il condizionale allo stato attuale delle ricerca è d'obbligo - potrebbero essere "sotto i nostri piedi".

 

Theia, il pianeta che si scontro con la Terra

La prova diretta dell'esistenza del pianeta Theia è rimasta sempre sfuggente. È deducibile dal tipo di conformazione, dalle caratteristiche del nostro satellite. Ma nel sistema solare non sono stati mai trovati frammenti "residui" del pianeta. Buona parte degli scienziati presumono che tutti i detriti lasciati da Theia sulla Terra si siano mescolati nel calderone ardente dell'interno del nostro pianeta.

Ma potrebbe non essere così. I resti potrebbero trovarsi ancora sulla Terra. O meglio - l'approssimazione dell'espressione è per rendere l'idea - "sotto" terra.

Theia, la nuova teoria

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, le lastre fuse di Theia potrebbero essersi incastrate nel mantello terrestre dopo l'impatto prima di solidificarsi. Lasciando porzioni dell'antico materiale del pianeta "appoggiate" sopra il nucleo terrestre a circa 2.900 chilometri sotto la superficie.

Se la teoria fosse corretta, non solo fornirebbe ulteriori dettagli per completare l’ipotesi dell’impatto gigante che andò a formare la luna, ma risponderebbe anche a una domanda che da sempre attanaglia i geofisici.

Si è già a conoscenza infatti del fatto che esistono due masse enormi e distinte incastonate nelle profondità della Terra. Le masse – chiamate grandi province a bassa velocità, o LLVP – furono rilevate per la prima volta negli anni ’80. Uno si trova sotto l'Africa e un altro sotto l'Oceano Pacifico. Queste macchie sono larghe migliaia di chilometri e probabilmente più dense di ferro rispetto al mantello circostante, il che le fa risaltare quando misurate dalle onde sismiche. Ma le origini delle bolle, ognuna delle quali è più grande della Luna, sono sempre rimaste un mistero per gli scienziati. Mistero che la nuova teoria potrebbe sciogliere.

La ricerca

Qian Yuan, geofisico e ricercatore post-dottorato presso il California Institute of Technology e autore principale del nuovo studio, apprese a un seminario del 2019 presso l’Arizona State University la teoria del "grande impatto" con Theia. Come geofisico, sapeva di quelle misteriose macchie nascoste nel mantello terrestre. Quindi la folgorazione. Ci poteva essere una correlazione. Iniziò a esaminare studi scientifici, cercando per vedere se qualcun altro avesse proposto che i LLVP potessero essere frammenti di Theia. Ma nessuno l'aveva fatto. Fino allo studio che prova a dare delle risposte. Forse quel "proiettile" gigante, c'entra qualcosa.

Lo studio pubblicato da Yuan questa settimana comprende coautori provenienti da una varietà di discipline in una serie di istituzioni, tra cui l'Arizona State, il Caltech, l'Osservatorio Astronomico di Shanghai e l'Ames Research Center della NASA.

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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