Per tre giorni è rimasta in isolamento all’ospedale “ Fiorini” di Terracina. Una condizione respiratoria molto seria, gli accertamenti con i tamponi per il coronavirus, le risposte negative. Una “banale” polmonite - che di questi tempi è una bella notizia, pur nella gravità della patologia - e il successivo ricovero. Durato pochissimo, perché è arrivata una telefonata da Latina e si è deciso di trasferire la donna nel capoluogo per ulteriori accertamenti.
Motivo? Lo specialista - a quanto sembra - non si “fidava”, il caso era singolare, anche in presenza di tampone negativo andava approfondito. Bene, arrivo dell’ambulanza con tutti i dispositivi di “biocontenimento”, personale con le tute bianche che abbiamo imparato a conoscere, paziente portata nel mezzo di soccorso e trasferita al “Goretti” ma.... Nel frattempo era stata in reparto, nessuno aveva adottato le precauzioni per il Covid 19, se poi esce fuori che si tratta di un caso positivo? È la preoccupazione del personale del “ Fiorini” entrato in contatto con la donna. Possibile che ci sia stato un ripensamento del genere?
Magari non sarà nulla, il medico voleva semplicemente approfondire, ma è chiaro che adesso c’è timore. Qualora, infatti, la paziente si fosse infettata per Covid 19, si pensa subito alla possibilità- di aver contratto il virus.
Uno dei principali problemi da affrontare nell’emergenza è proprio la paura degli operatori, alle prese quotidianamente con il rischio e preoccupati di portare “a casa” l’infezione, quindi di coinvolgere i familiari. È una paura comune, magari non ci sarà nulla di grave nel caso della donna, ma è quantomeno singolare questo “viavai” tra il negativo, il ricovero e poi il “richiamo” per approfondimenti.
Coronavirus, paziente "negativa" poi il ripensamento. Timori al "Fiorini" di Terracina
Venerdì 10 Aprile 2020Clinicamente necessari, con tutta probabilità, ma che hanno creato inevitabile apprensione fra medici, infermieri e ausiliari che sono entrati in contatto con la paziente.