Stupro Palermo, l'indagato più giovane torna in carcere. In chat scriveva: «Si è sentita male, troppe forte cumpà, manco la conoscevo». Gli altri ragazzi trasferiti

I ragazzi oggi saranno trasferiti dal Pagliarelli in altre carceri della Sicilia (Castelvetrano e Termini Imerese)

Giovedì 24 Agosto 2023 di Stefania Piras
Palermo, l'indagato più giovane torna in carcere Trasferiti in altri istituti penitenziari gli altri

Non possono più stare in quel carcere i ragazzi accusati dello stupro dello scorso 7 luglio a Palermo. L'entropia di notizie (e fake) attorno a quella violenza di gruppo, consumata al Foro Italico su una diciannovenne, ha varcato le porte delle loro celle.

Anche lì sono arrivati i particolari della storia (che è stata pure filmata con conseguente impennata delle ricerche online). Sembra che gli altri detenuti abbiano stigmatizzato esplicitamente questa storia. Al punto che il clima al Pagliarelli è cambiato e i ragazzi oggi saranno trasferiti in altre carceri della Sicilia (Castelvetrano e Termini Imerese)

Palermo, il minorenne torna in carcere. In chat, il giorno dopo scriveva: «Si è sentita male, troppe forte cumpà»

Sei ragazzi su sette sono in carcere. Il settimo, il più piccolo (era minorenne all'epoca dei fatti), aveva sostenuto l'interrogatorio e aveva convinto il giudice a meritarsi una misura più leggera. Era stato scarcerato per resipiscenza (vuol dire che aveva mostrato pentimento) e aveva trovato accoglienza in una comunità. La Procura si è opposta alla sua liberazione. Ora ci sono dei dettagli nuovi, a carico di questo giovanissimo indagato, che compromettono la sua situazione, Perciò il ragazzo deve tornare in carcere.

La Procura, che aveva già impugnato la scarcerazione, infatti ha chiesto l'aggravamento della misura cautelare a un gip diverso da quello che aveva disposto la liberazione del minore. E così ha ottenuto che il giovane torni in cella. Alla base di questo dietrofront ci sarebbe l'analisi del contenuto del suo cellulare e dei profili social. Elementi che, quindi, farebbero evaporare la resipiscenza. 

Cosa ha fatto? Nel cellulare sarebbe stata trovata una chat relativa al giorno dopo lo stupro in cui il ragazzo si compiace con gli altri protagonisti della vicenda e ne parla in tono divertito. In quella conversazione descrive per filo e per segno l'assalto. «Lei si è sentita male ed è svenuta più di una volta, troppi cianchi (troppe risate) cumpà. Troppo forte». E ancora: «Manco a canuscievo (non la conoscevo), siamo stati con lei in sette».

Praticamente una confessione.

E poi avrebbe girato una serie di video, postati su Tik Tok, violando le prescrizioni del magistrato, in cui si sarebbe vantato dei messaggi ricevuti da diverse fan. Avrebbe postato frasi come «Chi si mette contro di me si mette contro la morte» e «Le cose belle si fanno con gli amici». E ancora: «Sto ricevendo tanti messaggi in privato da ragazze, ma come faccio a uscire con voi, siete troppe»; «ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome, mi state facendo solo pubblicità e hype»; «Arriviamo a 1000 follower così potrò fare la live e spiegarvi com'è andata realmente». Poi avrebbe aggiunto: «Mi piace trasgredire» e come musica di sottofondo si sente la canzone «Nun se toccano e femmine».

Il ragazzo, scrive il Gip, «ha continuato a utilizzare il telefono cellulare o altro dispositivo informatico per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione ai modelli comportamentali criminali». 

Perché gli indagati vogliono essere trasferiti   

Ma ci sono nuove disposizioni anche per gli altri che in carcere c'erano finiti da subito. I sei protagonisti (hanno tutti tra i 18 e i 22 anni) hanno avvertito un clima molto teso. E i vertici del penitenziario hanno chiesto ufficialmente che vengano trasferiti.

Il direttore del carcere ha scritto una relazione in cui spiega che non possono più stare lì. Traferirli è necessario per «prevenire possibili azioni destabilizzanti per l'ordine e la sicurezza» dell'istituto. Vuol dire che i ragazzi hanno subito minacce o hanno avvertito situazioni di pericolo per la loro incolumità che potrebbe, quindi, non essere garantita. 

«È ovvio che in condizioni di pesante carenza di organico i livelli di sicurezza si abbassano, quindi per salvaguardare l'incolumità dei soggetti bene ha fatto il comando di Pagliarelli a richiederne il trasferimento», fa notare il segretario regionale della Uilpa Gioacchino Veneziano.

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Gli stessi ragazzi rinchiusi in carcere si sono accorti del clima incandescente fuori e dentro le celle. Parlando con i loro avvocati hanno chiesto di poter avere la possibilità di lasciare quell'istituto per andare altrove, in un posto dove l'eco di quelle atrocità sia un poco più sfumato e dimenticabile.  . 

Tra gli arrestati, Angelo ha 23 anni e sarebbe il regista, cioè il ragazzo che avrebbe filmato la violenza sessuale senza prenderne parte. C'è di più, secondo la Procura ha ispirato lo stupro. Lui e la vittima si conoscevano. Nel video si sentirebbe la sua voce che le intima di stare buona, la incita a non lamentarsi. È il nome di Angelo che la ragazza fa agli investigatori dopo essere arrivata sconvolta al pronto soccorso. 

Che i due si conoscessero lo conferma anche il fidanzato della vittima. Il Corriere della Sera riporta che la vittima aveva rifiutato in passato Angelo. Lo stupro di gruppo rappresenterebbe la sua vendetta criminale?

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Certo è che lei si fidava di lui se a un certo punto gli avrebbe rivolto una domanda piena di paura: «Gli ho detto: mi fai stare sola con questi, sei pazzo?», riporta il Corsera citando la ricostruzione della vittima resa ai carabinieri.

Angelo ha organizzato la serata apposta? Ha filmato la violenza e ha coinvolto tutti gli altri? È lui infatti che fa i nomi degli altri stupratori ai carabinieri, è lui che mostra loro il video in cui si preoccupa di essere didascalico qualora non si capisca ciò che sta avvenenendo. Preme Rec e spiega: «Questo è uno stupro di gruppo». 

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Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 18:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA