Galli: no seconde dosi con stesso vaccino, problemi con farmaci a vettore virale. Johnson&Johnson, richiami all'esame Aifa

Martedì 26 Ottobre 2021
Nuova dose per vaccinati con J&J: giovedì 28 l'esame Aifa su richiesta del ministero della Salute. Dubbi da Galli
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No alla seconda dose con lo stesso vaccino e no alle terze dosi e richiami con vaccini a vettore virale, come Johnson&Johnson e Astrazeneca: è la posizione espressa dal virologo Massimo Galli, primario di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, ospite de "L'aria che tira", su La7. «Lo dico francamente, e dicendolo mi porto a casa una discreta tegola, ma io non starei a fare una seconda dose con lo stesso vaccino e non starei a utilizzare per le terze dosi e per i richiami i vaccini a vettore virale come J&J e Az». Un'indicazione, quella dell'esperto, basata su «molti motivi», uno dei quali - come ha spiegato - «è che il vaccino J&J è stato pensato 'one shot', vaccino molto efficace studiato per non avere una seconda dose anche perché per tutti i vaccini a vettore virale le seconde dosi qualche elemento di problematicità lo presentano in termini di efficacia». Non è un caso, ha aggiunto, che ad esempio lo Sputnik «sia stato progettato con due vettori virali diversi nelle due dosi da somministrare perché in questo modo si evita, almeno in parte, la reazione immunitaria dell'organismo nei confronti del vettore che potrebbe rendere meno efficaci le somministrazioni successive».

Il virologo, in conclusione, propende «per un richiamo con vaccini a mRna anche per coloro che hanno fatto la vaccinazione con vaccini a vettore virale».

Johnson&Johnson il 28 all'esame Aifa

Intanto è in arrivo il responso dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, sulla nuova dose per i vaccinati con Johnson&Johnson. L'esame verrà condotto nella riunione di giovedì 28 ottobre.  A chiedere un parere all'ente regolatorio italiano è stato lo stesso Ministero della Salute. Tra le ipotesi anche la possibilità che per la nuova inoculazione venga utilizzato un vaccino a mRna, Pfizer o Moderna. Non solo: secondo fonti qualificate, la somministrazione non deve essere considerata come un richiamo, poiché l'immunizzante J&J è monodose e per una nuova somministrazione non sarebbe necessario aspettare che sia trascorso il periodo di sei mesi.

Le raccomandazioni delle autorità Usa

Per i vaccinati con Johnson&Johnson l'agenzia regolatoria del farmaco Usa, Fda, ha suggerito di fare la seconda dose. «Ora è da vedere se fare l'eterologa con un vaccino a mRna, che potrebbe aumentare l'efficacia della protezione, o l'omologa. Ma non creiamo agitazione»: lo ha detto ieri all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano, intervenendo nel dibattito sull'esigenza di una dose 'booster' a chi ha fatto il vaccino anti-Covid monodose di Janssen (J&J). «Quel milione e mezzo di persone che si è vaccinato con J&J - chiarisce l'esperto - deve considerarsi protetto, con una protezione magari un pò inferiore, almeno questo sembra dai dati ad oggi, però insomma non c'è da allarmarsi. Per loro immaginiamo l'esigenza del richiamo», con modalità ancora da definire.

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La posizione favorevole degli esperti

Chi si è vaccinato con J&J farebbe bene a fare il richiamo con un vaccino anti-Covid a mRna, quindi un'eterologa, come abbiamo detto di fare con AstraZeneca. Questo darebbe un 'booster' che funge come  farebbe una terza dose per chi aveva fatto un vaccino mRna. A sostenerlo è stato nelle scorse ore Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Sulla stessa linea anche Massimo Andreoni, premiario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit): «J&J è un buon vaccino, ma dopo un pò di tempo cala la protezione, quindi è corretto pensare che entro il sesto mese andrebbe fatto un richiamo e credo che l'eterologa sia l'opzione giusta».  L'altro giorno Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l'emergenza Covid, ospite di 'Che tempo che fa' su Rai 3, ha affermato che «c'è la notizia di un processo di revisione da parte di Fda. Successivamente ci sarà sicuramente anche da parte di Ema. Qualora arrivassero indicazioni sulla possibilità di somministrare una seconda dose con una vaccino a Rna messaggero, si avrebbe il vantaggio di indurre una risposta immunologica anche migliore. Queste persone - ha aggiunto - verranno chiamate, c'è un'anagrafe vaccinale molto precisa. Somministrare oltre i 2 mesi non compromette l'efficacia. Appena arriveranno le indicazioni delle agenzie regolatorie, si farà tutto velocemente».

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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