Tessera sanitaria senza microchip, visite mediche a rischio per cliniche e Asl

L’associazione degli ospedali privati: un errore rallentare la digitalizzazione

Martedì 30 Agosto 2022 di Umberto Mancini
Tessera sanitaria senza micro-chip, visite mediche a rischio per cliniche e Asl
3

Scoppia il caso delle nuove tessere sanitarie senza microchip.

E, dopo la denuncia del Messaggero, emerge una situazione complessa. Con disagi crescenti per i cittadini che non possono più accedere ad una serie di servizi pubblici on line, come le visite specialistiche o l’ingresso sulle piattaforme della Pa con la firma digitale. Dopo le anticipazioni, arrivano anche le proteste delle Asl e quelle dell’associazione che raggruppa cliniche e ospedali privati. 

Le prime lamentano di non essere state informate per tempo e di non riuscire ad organizzarsi. Molto dura invece Barbara Cittadini, presidente dall’Aiop che rappresenta 574 strutture ospedaliere con 63 mila posti letti e oltre 12 mila medici: «La nuova tessera sanitaria senza il microchip, con il conseguente blocco degli accessi ai suoi servizi online, rischia di rallentare pericolosamente il percorso di digitalizzazione della sanità». 

Nuova tessera sanitaria senza il microchip: a rischio i servizi on line

LE CONSEGUENZE

«Si tratta - aggiunge - di una prospettiva allarmante, perché mortifica l’impegno di chi opera nel settore sanitario, con l’obiettivo di assicurare alle persone il completo diritto alla salute. Quello che ci preoccupa è anche la giustificazione addotta. Il ministero della Salute e il Mef, infatti, non hanno trovato altro di meglio che giustificare questa decisione con la difficoltà di disporre dei materiali necessari per la realizzazione dei circuiti integrati. Non ci sembra che siano state cercate altre strade per evitare il depotenziamento di uno strumento ormai fondamentale nella vita dei cittadini». Va detto che la carenza di informazioni sulla vicenda sta creando confusione tra gli utenti e difficoltà nella gestione dei servizi, visto che la vecchia tessera sanitaria, quella con il microchip, potrà essere ancora utilizzata. A patto ovviamente che non sia stata cestinata e seguendo un percorso tortuoso per estendere la validità. 

«L’Italia - conclude la Cittadini - ha bisogno di un Servizio Sanitario Nazionale moderno, efficace, tecnologicamente avanzato e soprattutto digitalizzato, ma simili provvedimenti mortificano lo sviluppo e il progresso: esattamente il contrario di quanto occorre fare». E in effetti è stato proprio un decreto del governo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 9 giugno, a stabilire che le tessere sanitarie possono esser stampate e distribuite ai cittadini anche senza il “cuore” elettronico. Il problema è, come noto, la mancanza di semiconduttori, che da mesi affligge l’industria e in questo caso colpisce uno snodo cruciale della pubblica amministrazione. 

Il microchip è l’elemento chiave che consente alla tessera Sanitaria di evolvere in Carta nazionale dei servizi, diventando così uno «strumento di identificazione in rete» che permette di fruire dei servizi della Pa. Senza il microchip, dunque, questa evoluzione resta sulla carta. C’è da dire che molte Regioni sono in ritardo su questo fronte che, tra l’altro, riceverà ingenti fondi dal Pnrr per la digitalizzazione. Non avere il circuito integrato da qui ai prossimi mesi complica ovviamente le cose.

LE INCOGNITE

a quali sono i servizi a rischio? In farmacia non ci sono problemi se viene passata la tessera con il solo codice a barre. In sostanza si possono acquistare farmaci e ottenere le detrazioni. Se invece è necessario andare a fare qualche visita specialistica dove è obbligatorio inserire la carta con il chip per accedere al servizio, l’operazione non riesce perché il lettore non trova il circuito elettronico e quindi non riconosce l’utente. Un problema che, a giudizio di molte Asl, è particolarmente sentito nelle Regioni più avanzate sul fronte tecnologico: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Qui, dove senza chip la carta non può essere inserita nel lettore di smart card, si dovrebbero sfruttare sistemi alternativi di riconoscimento.

D’altra parte il Codice per l’amministrazione digitale equipara la Cns alle altre identità digitali Spid e Cie, quindi una amministrazione virtuosa non dovrebbe chiedere una sola identità elettronica. Ma ci sono anche altri ambiti per i quali si possono verificare difficoltà. In Lombardia, ad esempio, alcuni comuni richiedono la Cns per lo smaltimento dei rifiuti: va inserita nei bidoni prima del conferimento. Altre richiedono la card per l’autentificazione digitale e la firma elettronica.

Movimento Consumatori ed Assoutenti: «Attacco all’accesso al diritto alla salute» 

«Il Governo ha stabilito, con un decreto pubblicato in sordina sulla Gazzetta ufficiale del 9 giugno che ha recepito il decreto del 30 maggio 2022, che le tessere sanitarie possono essere stampate e distribuite ai cittadini anche senza il microchip e ciò senza avere la possibilità di cercare insieme ai decisori altre strade per evitare il depotenziamento di uno strumento ormai fondamentale nella vita delle persone» affermano Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori e Furio Truzzi, presidente di Assoutenti 

«Questa decisione – aggiunge l’avvocato Laila Perciballi, consulente alla sanità delle due associazioni e impegnata nella promozione dei valori delle professioni sanitarie –  è in assoluto contrasto con la rivoluzione digitale in atto nella Pubblica amministrazione che ambirebbe, evidentemente solo a parole, ad una sanità moderna, efficace, tecnologicamente avanzata e soprattutto digitalizzata, in linea con gli obiettivi del PNRR. In verità questo provvedimento mortifica lo sviluppo digitale, visto che la tessera sanitaria senza il microchip comporta il blocco ai servizi online. In questo modo, si lede il diritto di ogni persona di accedere, anche con l’uso delle tecnologie digitali, al servizio sanitario nazionale, comunque organizzato e articolato sul territorio e si mortifica, altresì, il lavoro dei professionisti della sanità che, tutti i giorni, si adoperano per la salute dei cittadini».

«Senza il microchip» concludono MC e Assoutenti « i cittadini non possono più accedere ad una serie di servizi pubblici online, come le visite specialistiche o l’ingresso sulle piattaforme della Pa con la firma digitale, e si rende ancora più difficile recuperare sulla prevenzione e sulle cure già provate dalla pandemia».

Ultimo aggiornamento: 15:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci