Nuova tessera sanitaria senza il microchip: a rischio i servizi on line

Il Tesoro ha autorizzato la produzione delle card prive del “cuore” elettronico

Lunedì 29 Agosto 2022 di Umberto Mancini
Nuova tessera sanitaria senza il micro-chip: a rischio i servizi on line

Niente micro-chip per le nuove tessere sanitarie.

Stop quindi alla digitalizzazione, almeno per ora. Una frenata obbligata perché, secondo il ministero dell’Economia, mancano e mancheranno ancora per un po’ i preziosi materiali per la realizzazione dei circuiti integrati, meglio quindi immaginare un’altra strada. E’ tutto nella Gazzetta Ufficiale del 9 giugno che ha recepito il decreto del 30 maggio 2002. Con il via libera, scritto nero su bianco, per produrre le carte senza il “cuore” elettronico. Insomma, un documento depotenziato, privo delle funzioni più moderne e digitali, che fino ad ora avevano consentito l’accesso ai servizi on line. La notizia era in un primo tempo passata sotto silenzio, la novità è emersa solo di recente con la distribuzione delle nuove tessere e le richieste di chiarimento piovute alle Asl. 

LE TAPPE
Il governo ha quindi messo le mani avanti e senza tanta pubblicità ha trovato una sorta di escamotage, proponendo una via d’uscita di fronte ad una situazione per certi versi paradossale. La carta è infatti diventata, ancor più con la pandemia, un documento fondamentale per accedere ai servizi medici, prenotare le visite, acquistare farmaci, fare i tamponi. Difficile quindi farne a meno, meglio quindi aggirare l’ostacolo.
Per evitare una sollevazione popolare, sempre il Mef d’intesa con il ministero della Salute e quello dell’Innovazione tecnologica, ha esortato a non gettare la tessera scaduta, perché il microchip può essere ancora utilizzato. E coloro che l’hanno stracciata? Nessuno sa rispondere, così come è ancora indefinito il numero delle carte senza chip che verranno prodotte. Si sa solo che ogni anno sono più di 11 milioni gli italiani che devono rinnovare la carta, un documento noto anche come Carta dei servizi, perché, oltre a certificare l’iscrizione al servizio sanitario nazionale e mostrare dati come nome, cognome, data e luogo di nascita e codice fiscale, consente la gestione delle pratiche di identificazione e autenticazione online, dei servizi offerti sui portali istituzionali, la firma elettronica e la consultazione dei documenti disponibili sui canali della pubblica amministrazione. 

LE MOTIVAZIONI
Tutto è partito in gran silenzio circa un paio di mesi fa. E da giugno è stata autorizzata la diffusione della tessera in versione semplificata, che viene emessa direttamente dal ministero dell’Economia. Praticamente inesistenti invece le comunicazioni istituzionali al pubblico. Nel sito del Mef c’è solo una nota che spiega come la novità è dovuta alla «carenza di materiali semiconduttori per la produzione dei microchip, generata dalla grave crisi internazionale». Come noto la Russia e l’Ucraina sono infatti ricche di palladio e neon, componenti indispensabili per le industrie che lavorano nell’ambito dei semiconduttori utilizzati anche per i chip magnetici. A questo problema si è poi aggiunta la carenza di forniture di materie prime della Cina e da tutta l’Asia, carenza che colpisce duramente tutta la componentistica industriale. 

Ma cosa bisogna fare per continuare ad accedere ai servizi se si ha in mano una tessera senza microchip? La via è tortuosa. Innanzitutto, come consigliato, non va gettata quella vecchia e prima ancora che scada è necessario ricordarsi di estenderne fino alla fine del 2023 la durata del certificato di autenticazione. Questo è fondamentale per continuare a utilizzarla nella gestione dei servizi online. Operazione - si legge sempre nelle istruzioni del Mef - da svolgere sul sito www.sistemats.it attraverso un apposito software. Per estendere la validità della tessera è fondamentale essere in possesso del codice Pin fornito in passato con l’invio della stessa. Come si può osservare, per le persone meno giovani si tratta di un cammino complicato. 
La nuova tessera sanitaria senza microchip varrà invece come codice fiscale e certificazione dei propri dati primari, come iscrizione al servizio sanitario nazionale, oltre che come Tessera europea di assistenza malattia (Team), in modo da poter essere assistiti durante un soggiorno temporaneo in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Oltre ai chip, mancano comunque notizie dettagliate e approfondite sui portali dei vari Comuni italiani e su quelli delle agenzie socio sanitarie territoriali. 
 

Ultimo aggiornamento: 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA