Terremoto Napoli, cosa succede ai Campi Flegrei? La dinamica del vulcano, l sollevamento del suolo e la crisi (come 40 anni fa)

Mercoledì 27 Settembre 2023 di Marco Prestisimone
Terremoto Napoli, cosa succede ai Campi Flegrei? La dinamica del vulcano, la risalita di gas e la nuova crisi (come 40 anni fa)

Un terremoto, un altro, che riporta la paura a Napoli e nell'area dei Campi Flegrei. Negli ultimi giorni sono state decine le scosse, con l'ultima di magnitudo 4.2 che ha svegliato tutto il capoluogo campano alle 2.35 del mattino tra martedì e mercoledì. Ma cosa sta succedendo in quell'area? E perché in questi giorni si avvertono tanti terremoti?  

La dinamica del vulcano

Nei Campi Flegrei si sta riproponendo quello che è successo all'inizio degli anni Ottanta, ossia un aumento delle sismicità, legata alla dinamica del vulcano in profondità ad alcuni chilometri. «L'Ingv sta monitorando minuto per minuto l'evoluzione ma non siamo in grado di prevedere quel che può accadere, certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa. Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione», ha spiegato il geologo Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), in merito allo sciame sismico che sta colpendo negli ultimi tempi i Campi Flegrei, interessando la zona a Ovest di Napoli e i comuni limitrofi.

 

L'evoluzione

«Anche oggi - aveva detto l'esperto due giorni fa - siamo all'interno del range di magnitudo registrato nelle ultime settimane: è una evoluzione "normale", abbiamo visto che c'è una maggiore frequenza di eventi e sta aumentando un po' l'intensità.

Come Osservatorio Vesuviano dell'Ingv stiamo monitorando anche le variazioni eventuali di gas e la velocità del sollevamento del bradisismo».

L'eruzione

«Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità facilmente prevedibile dall'osservazione statistica del numero crescente di eventi. Per ora nessun allarme, certamente è una situazione su cui noi, come Istituto, abbiamo gli occhi puntati». 

La risalita di gas

A causare il sollevamento del suolo e la sismicità nell'area dei Campi Flegrei è la forte risalita di gas e un aumento della pressione nelle acque che si trovano in profondità, nel sottosuolo: non vi sono evidenze di rialita di magma verso la superficie. «la probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa», scrivono sul sito dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, firmati da Mauro Di Vito, Francesca Bianco e Carlo Doglioni.

Terremoto Napoli oggi di 4.2. Sciame sismico ai Campi Flegrei. «Sta succedendo tutti i giorni, abbiamo paura»

Il sollevamento del suolo

Da millenni l'area dei Campi Flegrei è caratterizzata da un'intensa attività sismica e a testimoniarlo sono i tanti periodi di sismicità e sollevamenti del territorio, come nel 1969-72, nel 82-84 e ora con una nuova fase iniziata nel 2005 che ha portato a un sollevamento graduale del terreno di 113 centimetri e di attività sismica con eventi di rilievo come quello del 7 settembre 2023, con una Magnitudo durata (Md) pari a 3.8. «Gli ultimi sciami sismici, incluso quello del 7 settembre 2023 - spiegano i ricercatori - dimostrano come il fenomeno non mostri cambiamenti sostanziali, seppure avvenga con pulsazioni che si ripetono nel tempo. La causa del sollevamento del suolo e quindi della sismicità può essere dovuta a una forte risalita di gas e una maggiore pressurizzazione del sistema idrotermale profondo». Una quantità di gas in risalita definita ragguardevole e che solo nell'area di Solfatare-Pisciarelli registra una media 3.000 tonnellate di CO2 al giorno.

Il magma verso la superficie

L'intera area è soggetta da anni a un continuo monitoraggio attraverso varie tipologie di strumenti e nessuno dei dati - tra sismici, geochimici, deformazioni del suolo, variazioni termiche superficiali e in pozzo, variazioni gravimetriche - fornisce indicazioni su una possibile rialita di magma verso la superficie. Proprio per questo, affermano gli autori, «attualmente la probabilità di una eruzione vulcanica è relativamente bassa». «Tuttavia - ricordano i ricercatori - il vulcano ha la sua inarrestabile naturale evoluzione e, prima o poi, tornerà a eruttare. L'attenzione dell'Ingv-Osservatorio Vesuviano è massima nella raccolta, studio e interpretazione dei dati e ogni variazione viene e sarà sempre discussa e comunicata tempestivamente agli organi di Protezione Civile nei suoi vari livelli».

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