Ruby, Berlusconi: solo fango e teoremi
I legali: non è deciso se andrà da pm

Sabato 15 Gennaio 2011
Ruby oggi a Genova (foto Luca Zennaro - Ansa)
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ROMA (15 gennaio) - Solo fango e teoremi. I pm hanno agito in spregio di ogni norma, ma la macchinazione dei giudici non ci fermer. Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile per aver avuto rapporti sessuali con la giovane marocchina Karima "Ruby" El Mahroug e per le pressioni che il premier avrebbe fatto sui funzionari della questura milanese nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi quando la ragazza venne trattenuta per un furto e poi rilasciata e affidata al consigliere regionale lombardo Nicole Minetti contrattacca: solo fango e teoremi. Ruby intanto smentisce di aver avuto rapporti con il premier ma racconta che per le ragazze invitate alle cene di Arcore, c’erano degli appartamenti a “Milano due” concessi da Berlusconi in comodato d’uso gratuito attraversoil suo uomo di fiducia Giuseppe Spinelli. Nell'inchiesta indagati anche Emilio Fede, Lele Mora.



Berlusconi: agiscono in spregio a ogni norma. «Nonostante un imponente apparato investigativo degno di ben altro tipo di indagine e avviato a dispetto di una palese incompetenza funzionale e territoriale, i pm milanesi alla fine hanno raccolto soltanto chiacchiere e conversazioni private senza alcuna rilevanza penale. Hanno ugualmente proceduto in spregio a ogni norma, a ogni codice, a un utilizzo equilibrato degli strumenti giudiziari, mettendo in atto perquisizioni e trattamenti inaccettabili nei confronti di persone considerate semplicemente “a conoscenza dei fatti”», ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una nota della Presidenza del Consiglio dei ministri.



«Mai, in diciassette anni di accanita persecuzione giudiziaria contro la mia persona, alcuni Pubblici Ministeri della Procura di Milano erano arrivati a stravolgere, in modo così inverosimile e grottesco, la realtà dei fatti, le garanzie costituzionali e lo Stato di diritto», aggiunge Berlusconi. «Sono stati intercettati per mesi in maniera sistematica, tutti coloro che hanno osato varcare il cancello della mia residenza privata di Arcore, come se essere ospiti del Presidente del Consiglio costituisse di per sè un grave indizio di reato».



«Ci troviamo di fronte all’ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica. Ma questa volta è stato superato ogni limite. Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politica. Questa ulteriore macchinazione giudiziaria, per quanto possente e ampliata dal solito circuito mediatico - prosegue il premier - non riuscirà a fermarci e a distoglierci dal nostro impegno di cambiare il Paese. Anche questa volta non ce la faranno», conclude Berlusconi.



«Non è ancora stato deciso se il presidente del Consiglio andrà a rispondere ai pm e, quindi, al

momento rimane anche aperto il discorso del legittimo impedimento, del quale ne discuteremo nell'eventualità di un interrogatorio», ha poi precisato detto Piero Longo, uno dei difensori di Berlusconi.



I pm: stesso meccanismo D’Addario. Gli inquirenti e gli investigatori milanesi che stanno conducendo l’inchiesta parlano di un «meccanismo D’Addario» per quanto riguarda la partecipazione di numerose ragazze a feste e festini, anche a luci rosse, che si sarebbero svolti nella residenza di Arcore del premier. In particolare, il «meccanismo» che prende il nome dalla escort barese Patrizia D’Addario, già coinvolta in un’inchiesta simile della procura di Bari, si baserebbe come spiegano alcune fonti, sul fatto che delle molte ragazze invitate alle feste alcune sarebbero andate via dopo cena, mentre altre avrebbero trascorso la notte ad Arcore.



Nessuna immagine compromettente sul pc della marocchina. Ambienti investigativi precisano poi che non sono stati trovati né filmati né immagini di particolare rilevanza ai fini delle indagini nel computer sequestrato ad ottobre a Ruby. Il computer della ragazza è stato effettivamente sequestrato e analizzato ma, almeno in quel pc, non sono state trovate immagini «compromettenti» come invece era apparso ieri.



Fini: non commento nuove e tristi vicende del premier. «Rimarranno delusi i giornalisti - ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini - se da me si attendono chissà quale polemica o chissà quali invettive a proposito delle nuove e tristi vicende che riguardano il presidente del Consiglio, che campeggiano sui giornali».



L'etica pubblica è la «condizione» per ricoprire cariche politiche pubbliche, ha però poi precisato significativamente Fini, che ha sottolineato le motivazioni alla base della nascità del nuovo movimento. Tra essi ci deve essere «l'etica pubblica, intesa come condizione per ricoprire con dignità cariche pubbliche». «È sacrosanta la rivendicazione dei diritti - ha concluso Fini - ma a ciascun diritto deve corrispondere l'adempimento di un dovere».



«La democrazia italiana è più credibile» grazie all'impegno dei magistrati, come dimostrano i «colpi» inferti al terrorismo, alla mafia e al «martiriologio» delle toghe, ha quindi aggiunto ancora il presidente della Camera.



Maroni: nessun danno alla credibilità del governo. L’inchiesta di Milano sul caso Ruby crea un danno alla credibilità del governo Berlusconi? «No, mi pare di no: rimando alle parole di ieri del presidente del Consiglio», ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni.



Bersani: ci vergogniamo davanti al mondo. «In questo momento ci vergogniamo davanti al mondo e se sopportiamo anche questo il mondo fa bene a vergognarsi di noi». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sul caso Ruby. Bersani non ha voluto parlare di magistratura «che fa il suo mestiere». Però «una minorenne dovrebbe andare a scuola, non a cena, per così dire, da vecchi ricconi, non dovrebbe girare con migliaia di euro in tasca, non dovrebbe essere buttata fuori dalla questura, un luogo delle istituzioni, per essere riconsegnata un’ora dopo a una prostituta, perché una minorenne è una minorenne, a prescindere dal fisico che ha in testa e va tutelata».



Vendola: vergogna planetaria. «Un’altra crepa nella stabilità del Governo? Un presidente del Consiglio indagato per prostituzione minorile è una vergogna planetaria», ha detto Nichi Vendola, presidente della Puglia e di Sinistra e libertà. «Dovrebbe essere cacciato - ha aggiunto - perché ci vuole un atto di decoro in questo Paese».



Vietti: nessuna giustizia a orologeria. «Consiglierei a tutti grande prudenza nel gridare allo scandalo o alla persecuzione, a cominciare dal presidente del Consiglio», ha affermato il vice presidente del Csm, Michele Vietti. Sulla denuncia di una «giustizia ad orologeria» avanzata dal Pdl, Vietti ritiene che «questa volta non si possa parlare di giustizia ad orologeria, se non nel senso che la Procura di Milano si è mossa con estrema discrezione evitando che questa iniziativa interferisse sul voto di fiducia al governo, un mese fa, e ieri, sulla sentenza della Consulta».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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