Riina a Porta a Porta, il direttore di Rai1: ho visto la mafia, da oggi liberatorie sempre prima

Mercoledì 13 Aprile 2016
Riina a Porta a Porta, il direttore di Rai1: ho visto la mafia, da oggi liberatorie sempre prima
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«C'è dal 6 aprile una regola di ingaggio semplice, che riguarda futuri casi complessi. Il rilascio delle liberatorie dovrà avvenire sempre prima, no discussioni». Lo ha detto il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, in audizione in Commissione di Vigilanza, parlando dell'intervista di Salvo Riina a Porta a Porta.

Ha suscitato polemiche in quell'occasione la circostanza che la liberatoria fosse stata rilasciata solo dopo l'intervista.

«Quando ho ricevuto i materiali delle registrazioni, a poche ore dalla messa in onda prevista, ho avuto l'impressione di avere di fronte la mafia», ha detto Fabiano, spiegando di aver quindi sottoposto l'intervista al direttore dell'offerta informativa Rai, Carlo Verdelli. «Dal confronto è scaturita la decisione di procedere alla messa in onda, oltre alla volontà di approfondire il tema con una puntata ulteriore - ha aggiunto -. Vespa ha incontrato il mafioso a Padova solo in occasione della registrazione, nessun compenso è stato riconosciuto e le domande non sono state anticipate. L'intervista si è svolta senza alcuna interruzione ed è stata trasmessa integralmente. La liberatoria è stata rilasciata dopo la registrazione, e questo è un punto critico. Quando la messa in onda è a stretto giro, la liberatoria viene rilasciata prima e altrimenti non potrebbe essere. Vespa mi ha comunque assicurato che ogni eventuale richiesta di modifica sarebbe stata respinta al mittente».

Fabiano ha ricordato che, subito dopo la sua nomina a direttore di Rai1, ha avviato «un confronto con i responsabili dei programmi». «Nel confronto con Vespa, tra i vari argomenti affrontati, è emersa anche la possibilità dell'intervista a Riina, connessa all'uscita del libro - ha aggiunto -. Questa possibilità prevedeva l'intervista fuori dallo studio e poi un dibattito. Questo contesto mi ha portato a ritenere che l'insieme avrebbe potuto rappresentare un pezzo di racconto della realtà mafiosa, considerato che non possono esserci limiti aprioristici all'informazione. Questa è stata la prima valutazione e l'unica intenzione: altre intenzioni sono geneticamente incompatibili con la Rai».

Fabiano ha quindi spiegato che «Rai1 e tutta la Rai saranno sempre dalla parte dell'antimafia. Un dovere, un valore e una responsabilità di cui abbiamo piena consapevolezza. Il dg in Commissione Antimafia ha ricordato tutte le iniziative della Rai contro la mafia. Io mi limiterò a ricordare il programma Cose nostre, dedicato a raccontare le storie di giornalisti costretti a vivere sotto scorta. La mia prima decisione è stata quella di portare questo prodotto in prima serata. È l'esempio di un pezzo concreto del futuro che immagino per Rai1». 

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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