Missione Atalanta, cos'è e il ruolo dell'Italia nella crisi del Mar Rosso: il rischio escalation e cosa potrebbe succedere

L'Unione Europea sta pensando di "riqualificare" la sua missione Atalanta per intervenire contro gli Houti nel Mar Rosso. L'Italia potrebbe decidere di partecipare.

Martedì 16 Gennaio 2024 di Monica De Chiari
L'Italia verso la partecipazione alla riqualificata "Missione Atalanta" dell'Unione Europea nel Mar Rosso

Nome in codice "Missione Atalanta". Si tratta appunto di una missione battente bandiera dell'Unione Europea impegnata fino a oggi nella lotta alla pirateria nel Corno d’Africa e che adesso potrebbe venire riqualificata in una operazione militare contro gli Houthi nel Mar Rosso dopo i recenti attacchi ai convogli navali.

La missione Atalanta

Ad aver prospettato tale possibilità è stato il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale ai microfoni del Tg1 ha affermato che Roma «parteciperà sicuramente» a una eventuale missione militare sul Mar Rosso in supporto dell’operazione Prosperity Guardian lanciata dagli Stati Uniti, essendo l’Italia «il Paese più colpito» dalla notevole riduzione del commercio marittimo causato dalle milizie yemenite. Parole poi confermate anche dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani che in uno degli incontri di Forza Italia a cui sta partecipando in questi giorni avrebbe dichiarato che il governo è «pronto ad insistere perché i compiti della missione Ue si allarghino».

Potrebbe arrivare così la smentita di quelle che parevano essere le prime intenzioni dell’Italia nei confronti delle milizie Houthi, che proprio attraverso le parole di Tajani non sembrava volere venire coinvolta senza prima il necessario consenso del Parlamento; e proprio questo consenso potrebbe essere scavalcato da una eventuale ritraduzione della missione Atalanta, a cui in questo momento solo gli spagnoli paiono stare ponendo un veto. Il Governo italiano si era già espresso a sostegno dell’operazione militare condotta da USA e Gran Bretagna.

Il sostegno italiano

Già il 12 gennaio, in una nota di Palazzo Chigi, l’esecutivo confermava il proprio “deciso sostegno” alla missione lanciata da Washington, senza tuttavia specificare nulla su un eventuale appoggio militare. Nonostante l’assenza di sostegno militare, Tajani aveva sostenuto di avere messo a disposizione per l’operazione la brigata Virginio Fasan. Questa era precedentemente inserita all’interno proprio dell’operazione Atalanta dell’Unione Europea, lanciata contro la pirateria nel Corno d’Africa, e si profila essere la prima di almeno tre brigate di Paesi appartenenti all’Unione che verranno fornite in sostegno di “Prosperity Guardian”. La stessa operazione Atalanta, sarebbe inoltre oggetto di possibile revisione da parte dell’Unione, che starebbe considerando l’idea di trasformarla in una operazione in sostegno a Stati Uniti e Gran Bretagna nel Mar Rosso. Ad appoggiare la riqualificazione della missione Ue, assieme all’Italia, vi sarebbero anche Francia e Germania, ma i tre Paesi trovano la resistenza della Spagna, che vi si oppone sin dall’inizio del lancio di “Prosperity Guardian”. L’idea di cambiare la destinazione di Atalanta non è infatti una novità a Bruxelles, e se ne parla ormai da quando gli USA hanno lanciato la propria operazione militare.

Gli obiettivi della missione

La questione, dunque, permetterebbe ai vari Stati coinvolti, prima fra tutti l’Italia, di ridurre i tempi di azione nel Mar Rosso, e consentirebbe a Roma di aggirare la necessità di approvazione di uno specifico decreto in Consiglio dei ministri e il successivo ottenimento dell’autorizzazione da parte del Parlamento. Insomma, se un’operazione marittima già in atto venisse trasformata in una missione di sostegno degli anglo-americani, l’Italia sarebbe libera di fornirvi le proprie navi senza passare dal Parlamento. Rafforzare la presenza europea sul Mar Rosso è per l’attuale esecutivo di fondamentale importanza, poiché l’Europa, e in particolare l’Italia, è stata particolarmente colpita dal drastico calo del traffico marittimo: con le proprie azioni di rappresaglia, i ribelli Houthi, che da poco dopo lo scoppio del conflitto a Gaza pattugliano il Mar Rosso in nome del sostegno alla Palestina, hanno infatti ridotto il commercio sul Mar Rosso di quasi la metà. Certo, il rischio di escalation sulla penisola arabica esiste, soprattutto se anche l’Europa dovesse trovarsi coinvolta direttamente: gli Houthi hanno infatti dichiarato apertamente che chiunque avrebbe provato ad attraversare il Mare in sostegno a Israele sarebbe stato attaccato, ma anche che chi avesse dato una mano ai propri rivali lasciandoli passare dal proprio territorio sarebbe diventato automaticamente un nemico.

Ultimo aggiornamento: 13:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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