Caldo afoso, la psicologa: «È fonte di stress, ecco chi è a rischio attacchi di panico». Sintomi e come prevenire

Evitare "ambienti eccessivamente affollati" e "luoghi in cui ci sia una circolazione dell’aria insufficiente", spiega Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, consigliera dell'ordine psicologi Lazio

Giovedì 20 Luglio 2023 di Alessandro Rosi
Caldo afoso, le conseguenze sul cervello. «È fonte di stress. Ecco chi è più a rischio attacchi di panico». Sintomi e come prevenire

Il caldo è «fonte di stress» sottolinea Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, consigliera dell'ordine psicologi del Lazio.

Ondate di calore come quella che stiamo vivendo hanno conseguenze psicologiche su tutti. Aumentano le tensioni e l'irritabilita. C'è poi chi è a rischio attacchi di panico. Quali sono i sintomi? Come prevenire e cosa fare qualora se ne verificasse uno?

Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta, consigliera dell'ordine psicologi del Lazio

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Le alte temperature aumentano l’ansia e il rischio di attacchi di panico?

Ansia e attacchi di panico rappresentano dei veri e proprio disturbi che non dipendono dalle stagioni o da un colpo di calore, bensì dal modo in cui le persone affrontano alcuni aspetti del vivere quotidiano, percependo un senso di pericolo anche quando non presente e dubitando della capacità di fronteggiare le difficoltà connesse a un determinato evento. Può verificarsi tuttavia la situazione in cui, in presenza di situazioni di calore eccessivo come quello sperimentato in questi giorni, chi è più vulnerabile o chi abbia già sperimentato veri e propri disturbi di ansia in passato possa essere più a rischio. 

Quali sono le cause? 

Il clima estremo di questi giorni, caratterizzato da umidità e scarsa ventilazione, costituisce una significativa fonte di stress per l’organismo. Le alte temperature producono degli effetti sul nostro corpo (e delle reazioni) che possono sovrapporsi ai sintomi dell’ansia e dell’attacco di panico e, per tale ragione, indurre la persona a confondere stati di malessere diversi.

Quali sono i sintomi?

Nella crisi di ansia acuta e nell’attacco di panico (con diverse intensità e frequenze) possono presentarsi un ventaglio di sintomi somatici e cognitivi: palpitazione, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, accompagnate dalla paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore. Anche il colpo di calore o le alte temperature possono comportare vampate di calore, sensazione di pressione al torace e generare quella che viene chiamata “fame d’aria”, sperimentata come una vera e propria paura di non riuscire ad avere sufficiente ossigeno per continuare a vivere, abbinata a una sensazione di svenimento. E’ ovvio che tale intensa paura, anche se generata da condizioni diverse, è molto simile nell’esperienza.

Come prevenire?

Evitando se possibile condizioni che accentuino lo stato di stress indotto dal caldo. Non solo l’esposizione diretta al sole, com’è ovvio, ma anche ambienti eccessivamente affollati, luoghi in cui ci sia una circolazione dell’aria insufficiente. Ovviamente l’assunzione di sostanze stimolanti andrebbe ridotta se non eliminata del tutto. Suggerisco inoltre di sperimentare tecniche di controllo dell’ansia, magari con esercizi di respirazione anche semplici che possono tuttavia rivelarsi particolarmente utili a contenere le manifestazioni del malessere al loro primo apparire.

Cosa fare quando abbiamo un attacco di panico?

Molti attacchi di panico possono essere accompagnati da sensazioni di calore, soprattutto all’altezza del viso e del collo. Applicare sulla parte un oggetto freddo, (una salvietta bagnata) immergere le mani nell’acqua fredda, può aiutare a ridurre il sintomo e la percezione di gravità e pericolo per quello che sta accadendo. E’ fondamentale riacquistare il controllo della respirazione e cercare di portarla alla regolarità. Molti dei sintomi sopradescritti, infatti, si riducono non appena la persona smette di iperventilare (brevi e rapidi respiri) oppure smette di trattenere il fiato (riducendo l’apporto di ossigeno, che causa l’accelerazione cardiaca. Nei casi di iperventilazione può essere utile anche suggerire di respirare in un sacchetto di carta, riducendo così la quota di ossigeno in modo meccanico. Nel caso in cui gli episodi dovessero ripetersi e innescare una paura generalizzata nel soggetto che sperimenta i sintomi (la paura della paura) è bene andare più a fondo e rivolgersi ad uno specialista che possa aiutare ad individuare eventuali cause scatenanti, aiutare la persona a raggiungere una migliore comprensione e gestione dei sintomi.

Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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