Baby squillo a Roma, coinvolti altri vip. Marito della Mussolini respinge accuse

Mercoledì 12 Marzo 2014 di Valentina Errante
Baby squillo a Roma, coinvolti altri vip. Marito della Mussolini respinge accuse
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Promette altre sorprese l’inchiesta sulle baby squillo. Dieci dei ventidue clienti delle ragazze, finiti sul registro degli indagati della procura di Roma con l’ipotesi di prostituzione minorile, avrebbero già manifestato l’intenzione di patteggiare la pena. Gli inquirenti, che al momento hanno deciso di procedere soltanto a fronte di prove molto forti, stanno valutando la posizione di altre diciotto persone, altri uomini identificati come frequentatori delle adolescenti dai carabinieri del nucleo investigativo attraverso l’esame dei cellulari delle ragazze.



E indizi molto pesanti sono già stati raccolti nei confronti di Mauro Floriani, il marito della senatrice Alessandra Mussolini, iscritto sul registro degli indagati e già interrogato in procura. In mano agli inquirenti ci sarebbe anche la testimonianza delle ragazze che hanno riconosciuto i sospettati nelle foto. Floriani non sarebbe l’unico personaggio in vista dell’elenco, tra i clienti ci sarebbero altri nomi noti, uomini in vista che dopo la notizia delle indagini hanno deciso di presentarsi spontaneamente.



LE INDAGINI

Elementi «incontrovertibili», così li definiscono gli inquirenti. Sono quelli raccolti dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristina Macchiusi a carico dei dieci clienti finiti sul registro degli indagati. Tra loro c’è anche Floriani, marito della senatrice Alessandra Mussolini e manager di Trenitalia. Intercettazioni telefoniche, ricognizioni fotografiche e tabulati sono i riscontri ”forti” che hanno determinato l’ipotesi di reato e l’accusa da parte della procura.



Ma soprattutto la ricognizione fotografica. Prove incrociate e la certezza delle ragazze, che hanno riconosciuto i clienti, hanno portato la procura a procedere alle iscrizioni. Il marito della senatrice Alessandra Mussolini, come altri, sapendo che dal suo cellulare erano partite chiamate verso i telefonini delle baby squillo e di avere frequentato l’appartamento di viale Parioli 190, nelle scorse settimane ha prima inviato il suo avvocato in procura e ha poi ottenuto un interrogatorio. Sembra che sia stato proprio la moglie a spingerlo in questa direzione. Il suo nome, però, era già stato iscritto sul registro degli indagati. Davanti al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al pm, Floriani ha comunque negato di avere consumato rapporti sessuali con le ragazzine di 14 e 15 anni.



Ma non ha convinto. La linea non è stata per tutti la stessa. A fronte delle pesanti contestazioni alcuni dei dieci indagati hanno invece valutato l’ipotesi di patteggiamento, un’ammissione di colpa. La pena prevista dal codice va da uno a sei anni di reclusione, mentre il patteggiamento consentirebbe uno sconto con condanne tra sei mesi e un anno. Ma saranno i pm a dover dire l’ultima parola e a concordare con i legali eventuali patteggiamenti. Sulle altre diciotto persone, già identificate dai carabinieri, gli elementi raccolti non sono altrettanto forti e la procura sta valutando l’ipotesi dell’iscrizione.



LE INDAGINI

Le indagini erano partite la scorsa estate proprio dalla denuncia della mamma di una delle due adolescenti. A ottobre i carabinieri del nucleo investigativo di Roma avevano arrestato cinque persone, l’altra mamma era finita in manette. Per tutti l’accusa è di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. Dai tabulati è partito il lavoro di identificazione dei clienti, migliaia di numeri di telefono e persone da individuare, per poi chiarire ruoli e rapporti con le ragazzine. E mentre il fascicolo principale sullo sfruttamento si avvia verso il processo, procedono ancora le indagini sui clienti.
Ultimo aggiornamento: 15:48

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