Dacia Datskovska, una giovane americana appena rientrata da un semestre di studio in Italia, ha fortemente criticato il nostro Paese, definendo «un incubo» la sua esperienza a Firenze.
Amanda Knox posta una foto in carcere, sorriso e sbarre sullo sfondo: è polemica social
Dacia motiva così le sue affermazioni: «Immaginavo divertenti cene con i miei coinquilini, avventure estive con persone che mi chiamavano ‘bella’, il gelato che mi gocciola sulle dita, vino, prosciutti, e buone conversazioni. E invece, quando il mio semestre a Firenze è finito, ho cominciato a disprezzare il panorama, odiavo le persone e non vedevo l’ora di tornare a casa nel mio campus di New York».
Alla base di questa brutta esperienze ci sarebbero le difficoltà incontrate da Dacia nell'integrarsi con gli altri studenti. Ma non solo: «C'erano, poi, gli italiani - scrive - che erano ostili nei miei confronti. Ad esempio, una volta, due donne stavano parlando di me sull'autobus, guardandomi dall’alto in basso: si vedeva che mi stavano deridendo. E ho anche avuto due scontri verbali con gli abitanti della città toscana».
Il commento di Amanda Knox
A sorpresa su Twitter è intervenuta Amanda Knox, che ha condiviso l'articolo scrivendo: «Ragazza, ma di cosa parli? Studiare all'estero è fantastico!». Il commento della 35enne statunitense, condannata e poi assolta per l'omicidio di Meredith Kercher, ha sollevato un polverone: sono in molti sui social a pensare che le parole di Knox, che in Italia ha scontato 4 anni di detenzione, siano da interpretare in maniera sarcastica. Beccandosi anche una bella dose di insulti made in Italy.
Girl, what are you talking about? Studying abroad is awesome!https://t.co/xlEgCKTzqg
— Amanda Knox (@amandaknox) March 15, 2023
Ad Amanda Knox sarà forse sfuggito che l'articolo di Dacia Datskova, nonostante tutto, non ha l'obiettivo di fare cattiva pubblicità all'Italia. La studentessa-giornalista nel testo infatti precisa: «Con questo non voglio dissuadere gli studenti ad andare a Firenze. I miei sentimenti non sono l'esperienza di tutti gli studenti universitari, ma non posso essere l'unica a pensare che studiare all'estero sia un incubo».
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