Amanda Knox, condannata e poi assolta per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher il 1° novembre 2007 a Perugia, ha voluto incontrare il suo «inquisitore», il sostituto procuratore Giuliano Mignini che l'aveva indagata insieme a Raffaele Sollecito, dopo essere stata con lui in contatto epistolare negli ultimi tre anni. È lo stesso magistrato, in pensione dal 2020, a rivelare il loro incontro nella nuova edizione del suo libro «Caso Meredith Kercher Una vicenda giudiziaria tra due continenti», appena uscita dall'edtore Morlacchi.
Amanda Knox incontra il suo accusatore
Il colloquio in presenza tra la giovane americana, che in primo grado fu condannata a 26 anni dalla Corte di Assise di Perugia, e Mignini è avvenuto venerdì 17 giugno 2022, poco più di tre anni dopo la prima richiesta di incontro inoltrata, per lettera, l'8 aprile 2019.
IL RACCONTO
Mignini racconta che Knox si era fatta viva con lui per lettera nella primavera di quattro anni fa. E lo fece alla vigilia di un appuntamento pubblico in Italia: il 15 giugno 2019 avrebbe partecipato ad un incontro a Modena al «Forum Monzani», organizzato dalla Camera penale di Modena, con la partecipazione dell'associazione Innocence Project. Con ogni probabilità, nelle sue intenzioni iniziali, lei avrebbe voluto coniugare quella sua partecipazione con l'incontro con Mignini, a cui pensava da anni. Ma l'allora pm declinò l'invito facendo presente che avrebbe potuto incontrarla solo dopo il suo pensionamento. «Sarebbe iniziato, da allora, un rapporto epistolare che si protrae sino ad oggi con piena soddisfazione reciproca, che tuttavia abbiamo deciso di mantenere privato», scrive Mignini nel libro. Qual è stato il messaggio con cui Amanda ha esordito? «Lo posso dire perché la ragazza di Seattle lo ha proclamato pubblicamente a Modena e lo ha sempre confermato nel corso di questi anni - racconta Mignini - È molto semplice: la premessa è che lei avrebbe voluto conoscermi, debbo ritenere, dall'inizio delle indagini. Fin dalla notte del fermo e successivamente. Il contesto giudiziario, fatto di 'ruolì contrapposti e il fatto che gli unici contatti con me fossero nelle 'stanze degli interrogatorì e nelle 'aule di giustizià erano, però, di ostacolo a questa conoscenza personale e ciò la faceva soffrire. Finito il processo e, soprattutto, dopo avermi visto al di fuori del mio ruolo, si era rafforzato il suo desiderio e aveva preso il coraggio di contattarmi. Sperava di far coincidere il tanto atteso incontro con me con la sua partecipazione all'incontro di Modena, ma, visto che ero indisponibile in quel momento, ha accettato di attendere il mio pensionamento, prima di incontrarmi e, nel frattempo, ha cominciato l'intenso rapporto epistolare con me. L'attesa si è protratta perché, nel frattempo, era scoppiata l'epidemia del Covid, ma, finalmente, il 17 giugno dello scorso 2022 abbiamo, di comune accordo, fissato la data del nostro incontro nei pressi di Perugia». Lei avrebbe voluto che Mignini fosse presente anche ad un successivo incontro con i suoi familiari a cui si sarebbero dovuti aggiungere i suoi avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova, ma l'ex pm ha «ritenuto di rinunciare a questo secondo incontro, per evidenti ragioni di opportunità, anche perché vi sarebbe stata un'apericena e la mia presenza, insieme ai suoi legali, mi sembrava inopportuna».
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