L’Europa si riarma, contro la guerra delle armi e contro quella dell’economia, e lo farà in fretta, nei prossimi due mesi, nei modi e nei tempi fissati ieri a Versailles dai 27 Capi di Stato e di Governo dell’Unione e dai leader delle istituzioni di Bruxelles. Quasi un consiglio di guerra più che un vertice informale, chiamato a serrare i ranghi e ad anticipare riforme (del Patto di stabilità, per esempio, sul cui adeguamento ormai concorda gran parte dei partner, a cominciare dall’Austria in precedenza fortemente contraria) ventilate da decenni. «Dobbiamo rivedere i nostri dogmi – ha detto il padrone di casa Emmanuel Macron, presidente di turno dell’Unione – Le discussioni di questi due giorni hanno reso evidente che c’è una presa di coscienza, e la volontà di andare avanti».
L’agenda finale
«Putin ha portato la guerra in Europa», ha esordito il presidente francese, affiancato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Più che di Dichiarazione Finale (come sempre si fa alla fine di un vertice), il presidente francese ha parlato di un’Agenda di Versailles. I ventisette si sono mesi d’accordo su una serie di “compiti” che la Commissione dovrà svolgere nei prossimi due mesi e ha dato mandato per produrre misure che avranno un impatto forte (“storico” è il termine più usato) su energia e difesa, considerati i pilastri di un’Europa sovrana e indipendente, un’Europa per tempi di guerra. All’Ucraina, che chiede di entrare subito nell’Unione, i ventisette hanno risposto che è già «nella famiglia europea» ma che la procedura di adesione seguirà il suo corso, come quella di Moldavia e Georgia, altri due paesi del fronte orientale che bussano alle porte dell’Unione.
Gli aiuti a Kiev
Altri 500milioni di euro saranno in compenso destinati agli aiuti militari per Kiev, che arrivano così a 1 miliardo. «Parteciperà anche la Svezia – ha detto Macron – paese da sempre neutrale». Sulle ricadute energetiche del conflitto e il cappio della dipendenza dal gas russo, i capi di governo chiedono alla Commissione di agire «nei prossimi quindici giorni» per arrivare a un meccanismo europeo di controllo dei prezzi e garanzia delle riserve per il prossimo inverno. Von der Leyen ha confermato l’obiettivo di avere il 90 per cento degli stock necessari per l’inverno coperti dal primo ottobre. A loro volta i ventisette hanno chiesto alla Commissione di proporre al vertice del 24 e 25 marzo un piano per arrivare all’indipendenza da gas, petrolio e carbone provenienti dalla Russia. L’orizzonte è il 2027, come confermato l’altro ieri dalla presidente Von der Leyen.
Più a breve termine invece l’orizzonte per la nuova politica di difesa, che porterà a un riarmo accompagnato da una politica industriale. «Molti di noi sono già al 2 per cento del nostro Pil investito nel settore della difesa (è quello che chiede la Nato, ndr) – ha detto Macron –ma ora dobbiamo farlo in modo coordinato, identificare i bisogni sul piano del bilancio, e anche i bisogni rispetto ai nuovi conflitti, che siano il cyber o lo spazio». Anche qui il mandato alla Commissione è di lavorare a definire strategia e investimenti necessari che saranno discussi in un vertice straordinario per la difesa a fine maggio, prima della riunione Nato di giugno.
La proposta di Macron ai ventisette: un nuovo Recovery per difesa e energia
Il rischio di carestie
Altro fronte da aprire: quello alimentare. «Ucraina e Russia sono mercati importantissimi per i cereali, l’Europa è già destabilizzata e lo sarà ancora di più tra 12-18 mesi come l’Africa, che rischia carestie – ha detto ancora Macron – dobbiamo ripensare la nostra strategia alimentare». Tutte decisioni che comporteranno investimenti, pubblici e privati e una politica monetaria adattata. «Da europei dovremo finanziarci, come abbiamo saputo farlo durante la pandemia – ha precisato il presidente francese – e dovremo farlo evitando frammentazioni sul mercato finanziario e dei debiti sovrani. E’ la strategia su cui abbiamo cominciato a lavorare e su cui lavoreremo nei prossimi mesi: dovremo dar prova di unità, rapidità, e spirito di responsabilità».