Terzo polo, mozione di sfiducia: governo
inadeguato. Il premier: è una bufala

Venerdì 3 Dicembre 2010
Fini e Casini (foto Roberto Monaldo - LaPresse)
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ROMA (3 dicembre) - Nessun passo indietro, nessuna intenzione di dimettersi. Dopo che ieri il terzo polo gli ha chiesto di nuovo di dimettersi, Silvio Berlusconi a Soci, in Russia, dove si tiene un vertice con il governo russo, ribadisce: vado avanti. Poi bolla come una bufala l'ipotesi che ci possano essere 317 deputati pronti a votare la sfiducia al governo e riferendosi ai rapporti pubblicati da Wikileaks in cui la salute del premier viene descritta come minata dalle feste, aggiunge: solo gossip.



E' stata intanto depositata alla Camera la mozione di sfiducia al governo Berlusconi di Fli, Udc, Api, Mpa, Lib-Dem. Le firme raccolte in calce al documento sono 85. Nella mozione il terzo polo auspica «una nuova fase politica della legislatura ispirata al senso di responsabilità nazionale e istituzionale». Nel documento si prende atto della «inadeguatezza» del governo Berlusconi rispetto alla crisi in una «delicata situazione internazionale» e si propone un governo «solido e sicuro», che faccia una nuova legge elettorale «per restituire ai cittadini la scelta degli eletti» e che sia «capace di prendere le misure adeguate per evitare il declino del Paese e garantire il suo futuro civile ed economico».



Bocchino: ora ci sono i 317 voti per mandare a casa il governo. «Il deposito di 85 firme sotto la nostra mozione - dice Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera - che si aggiungono ai 230 voti per la sfiducia di Pd-Idv e a quelli dei due deputati Beppe Giulietti e Roberto Nicco, rende evidente che ci sono 317 voti per chiudere questa esperienza di governo. Non è una bufala, è la realtà dei numeri, che per loro natura sono testardi e incomprimibili e che nella democrazia parlamentare decidono le sorti di un governo».



«I gossip di questi giorni rendono necessarie le mie dichiarazioni e la prima è su Gianni Letta» ha detto il premier sottolineando, nel corso di un incontro con i giornalisti italiani al termine del vertice Italo-russo, che si tratta della «persona più limpida e leale che si possa immaginare». «In decenni della nostra amicizia e collaborazione, mai una sola volta ha avuto un comportamento che non fosse sincero, leale, istituzionale», ha aggiunto il premier stigmatizzando che: «scrivere di comportamento ambiguo o addirittura sleale verso di me è calunnioso, è scrivere il falso ed è disinformare». «A lui va il mio affetto, la mia amicizia, la stima e la riconoscenza più totale», ha proseguito precisando: «Lo stesso discorso vale per il senatore Giampiero Cantoni che conosco da mezzo secolo e che ha la mia amicizia e la mia stima». Il presidente del Consiglio ha poi definito ugualmente senza fondamento e ridicole le insinuazioni su altri suoi collaboratori: «Gossip che - ha ribadito - non meritano di essere commentati».



«Qualcuno ha affermato che ci sarebbe una maggioranza di 317 parlamentari alla Camera contro il governo: si tratta di una bufala. Do a tutti appuntamento al 14 dicembre», ha affermato ancora il premier. «Il terzo polo è esile nei numeri ma certamente smisurato nelle ambizioni, ha un programma chiaro: cambiare la legge elettorale e introdurre un tetto al premio di maggioranza per non farlo scattare consentendo a questo terzo polo di essere arbitro della situazione scegliendo l'alleanza con la sinistra per il governo e facendo così tornare indietro la situazione politica a quella in cui i partiti non davano un programma, non indicavano le alleanze e chi avrebbe governato».



Casini: il premier si dimetta e smetta di insultare. «Berlusconi non se la deve prendere con gli altri, ma con se stesso, perché è lui che ha dilapidato la fiducia degli italiani, è lui che non ha fatto una riforma seria in questo Paese» dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, rinnovando l'invito al premier alle dimissioni: «Sarebbero un contributo a rendere più serena questa vicenda. Se lo avesse fatto sei mesi fa, come gli avevamo chiesto, non sarebbe nelle condizioni in cui si trova. Insultare gli altri non serve a nulla. Berlusconi ha due strade: o prende atto che la fiducia della Camera non c'è più o chiede il voto. Ma non è colpa nostra se non c'è stata una sola riforma di questo governo e se le promesse sono state tradite. Piuttosto, il presidente del Consiglio dovrebbe chiedersi come mai nel giro di due anni ha perso molti alleati e oggi non si trova a non avere la maggioranza parlamentare. Oggi gli rinnoviamo il consiglio di dimettersi Vuole che si voti? Ma si voti...».



«Gianni Letta premier? Benissimo». Gianni Letta alla presidenza del Consiglio? «Andrebbe non bene, ma benissimo» dice il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini. «Se ci saranno le dimissioni o la sfiducia al governo Berlusconi credo che ci debba essere una proposta aperta: ci dicano loro se rifiutano un governo di responsabilità nazionale. Devono essere i parlamentari di Berlusconi e della Lega che dicono di no: ma se dicono di no poi nessuno ha il diritto di veto».



Fini: ridicolo dire che il terzo polo è alleato della sinistra. «E' ridicolo dire come ha fatto oggi Berlusconi che noi siamo gli "alleati naturali della sinistra" - dice Fini - In quest'area di responsabilità si sono ritrovati tutti gli alleati del Pdl, come Fli o gli eletti nelle liste del Pdl. Prima di dire che "chi non la pensa come lui è un traditore e amico della sinistra" rifletta sul perché sono sempre più numerosi le donne e gli uomini del Pdl che dicono che "così non si può più andare avanti" e soprattutto perché governare non vuol dire comandare».



«Il governo non c'è più, il Parlamento lo testimonierà». «Credo che il Parlamento tra qualche giorno testimonierà quello che tutti sanno, e cioè che il governo non c'è più o non è in grado di governare»: lo ha detto oggi il presidente della Camera, Gianfranco Fini, secondo il quale sarebbe «bizzarro e autolesionistico pensare di salvare per il rotto della cuffia il Paese, perché questo va governato. E' necessario, in vista di un nuovo governo, guardare in Parlamento a tutte le forze responsabili, a partire da chi ha vinto le elezioni. Su alcune sfide epocali il nostro è l'unico governo che non cerca mai un colloquio e un contatto con l'opposizione».



«Con questi chiari di luna non si può andare al voto». «Continuare a dire agli italiani state tranquilli significa non dire la verità - dice Fini - Nella nuova agenda economica, che mi auguro venga scritta presto, bisogna indicare le priorità. E' compito della politica sceglierle. Continuare a dire che è sempre colpa degli altri non rende credibile il sistema italiano. L'Italia ce la può fare se iniziamo a tenere sotto controllo il debito pubblico. E' fuori d'opera dire che se non ci sono le condizioni si va al voto. E' il momento in cui l'Italia deve mettere sul tappeto 120 miliardi di euro in titoli: e con questi chiari di luna si va verso la campagna elettorale? Bisogna che tutti si assumano le responsabilità e io credo di essermele assunte negli ultimi tempi».



«Sono convinto - dice Fini - che non si andrà a votare e che non si potrà continuare come oggi perché il cambiamento è tale che non ci sarà più possibilità di tatticismi e meline come avvenuto fino ad ora. A me non piace l'espressione terzo polo. Io credo invece che il Paese abbia bisogno di un centrodestra nuovo, più ampio, moderato, e che meriti qualcosa di più e di meglio rispetto all'asse Pdl-Lega. Con molta presunzione io devo dare un contributo per realizzare questo centrodestra nuovo e moderno».



Il Terzo Polo era uscito ieri allo scoperto gettando sul tavolo della crisi la carta di una seconda mozione di sfiducia. Si aggiunge a quella di Pd e Idv ed è firmata da Fli, Udc, Api, Mpa e Libdem. «Ieri abbiamo annunciato la mozione di sfiducia e la presenteremo oggi pomeriggio. Alla Camera ci sono 317 deputati che chiedono le dimissioni del governo. Se il 14 Berlusconi prende una fiducia risicata a Montecitorio l'unico destino di questa legislatura sono le elezioni. Se invece Berlusconi non la prendesse, il giorno dopo si aprirà una partita importante per la durata di questa legislatura», ha dichiarato a Radio Radicale il vicepresidente vicario dei deputati di Fli, Benedetto Della Vedova.



Il terzo polo è «un'ammucchiata di reduci della vecchia politica che non guarda avanti ma al passato; un'ammucchiata guidata da attempati politici a fine carriera che si vogliono mettere in proprio e indifferenti alla sorte del nostro Paese», ha detto Sandro Bondi coordinatore del Pdl.



«Non ne vedo la ragione neanche lontanamente» dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, rispondendo alla domanda dei cronisti sulla richiesta avanzata a Berlusconi di dimettersi prima del 14 dicembre, giorno in cui il Parlamento voterà la fiducia.



Antonio di Pietro non si pronuncia sul risultato del voto di fiducia alla Camera, ma definisce «già sfiduciato dal Paese» il governo Berlusconi e boccia l'idea di governi di responsabilità chiedendo che si vada a votare, eventualmente «dopo una riforma elettorale minima». «Indipendentemente dal fatto che il 14 dicembre sia sfiduciato dal voto della Camera, Berlusconi è già stato sfiduciato per la politica del suo governo e dal 15 dicembre in poi ci sarà una maggioranza che ogni giorno dipenderà da un voto in più, oppure in meno, del ricattatore-ricattato di turno che voterà da una parte o dall' altra. Quali riforme e quale rilancio dell' economia possono fare un Parlamento ed un governo che non hanno alcuna forza politica e credibilità. Noi di Idv diciamo che si faccia una riforma elettorale minima se se ne ha il coraggio ma poi si vada a votare al più presto».





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Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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