Silvio Berlusconi, la mossa del Cav a Monza: via l'allenatore per evitare il boomerang nel collegio

Tra calcio e politica, esonerato Stroppa dopo i cattivi risultati: «Da oggi occuperò io della squadra»

Mercoledì 14 Settembre 2022 di Mario Ajello
Silvio Berlusconi, la mossa del Cav a Monza: via l'allenatore per evitare il boomerang nel collegio

Il pallone e l'elezione sono un tutt'uno, e non da adesso, per Silvio Berlusconi. E dunque, il Cavaliere corre ai ripari: rialzare in fretta le sorti del suo Monza, per non pregiudicare troppo la sua partita politica del 25 settembre come candidato al Senato nell'uninominale nel collegio della città brianzola.

L'estromissione di Stroppa dalla panchina del Monza è la conseguenza naturale di tutto questo. E puntualmente, ieri, è arrivata. Dopo che il patron Berlusconi in qualche modo l'aveva anticipata così: «La nostra squadra deve cambiare il modo di stare in campo. I giocatori sono bravi, a livello di serie A. Credo che adesso me ne dovrò interessare ancora io, come ho fatto all'inizio dei campionati di serie B e C quando ho dato un'impostazione corretta al team».

L'esonero

Ha sacrificato Stroppa per salvare se stesso? Anche con il Monza ultimo in classifica, dopo sei giornate le sconfitte sono cinque più un pareggio, Berlusconi in Senato entra ugualmente. Ma ci vuole entrare trionfalmente con la spinta del pallone ed è sgonfio il pallone brianzolo e la panchina ora passa all'allenatore della primavera, Raffaele Palladino (ex Juve) e poi sarà rinforzata con l'arrivo di Donadoni (altro ex milanista, ma pure Stroppa lo è e non è andata bene) o di Ranieri (ma Nonno Silvio lo considera un mezzo comunista) o di De Zerbi (che ha appena detto no al Bologna) o di De Rossi anche se è core de Roma.
Il fatto è che Berlusconi cerca nel Monza il successo (almeno relativo) che la politica non gli può più dare (o non più come prima). Ma se il Monza langue con un solo punto in classifica, come si fa? Occorre evitare, per gli strateghi berlusconiani, il parallelo per cui l'insuccesso dei rossobianchi sul campo viene associato a quello eventuale degli azzurri nella cabina elettorale. Il ghe pensi mi di Silvio, che mette mano alla panchina monzese, serve dunque a favorire il suo match del 25 settembre e anche quello della sua compagna (Marta Fascina, a sua volta tifosissima della squadra locale) e candidata alla Camera proprio nel collegio che comprende anche Monza.

Parola a Fidel

Di sicuro ha ragione Fedele Confalonieri quando dice: «Il vero Berlusconi non è quello della politica e che si muove nel Palazzo, dove ci sono regole che non ha mai compreso appieno. Il Berlusconi autentico si vede nel calcio». E proprio per questo è anzitutto nel pallone che Silvio deve dimostrare di essere sempre Silvio, e non lo sconfitto o l'ultimo in classifica. Tramontare nel calcio significa per lui tramontare in tutto il resto, politica compresa. Qualcuno dei suoi sorridendo gli consiglia: «Presidente, compra Ronaldo, che è senza squadra, e vai al 30 per cento!». Figuriamoci se lui non ci ha pensato prima di ogni altro, se non fosse che la campagna acquisti - a differenza dalla campagna elettorale - è già chiusa.
Ora Berlusconi ha paura che i tifosi, di fronte alla mala sorte di queste prime sei giornate, lo accusino di tirchieria (però in assenza di CR7 ha comprato in extremis il bomber Petagna) a pochi giorni dal voto. E per di più il 18 settembre, ultima di campionato prima della pausa e delle elezioni, andrà in scena un derby tutto berlusconiano: Monza-Milan. Se dovessero vincere i brianzoli, per il Cav sarebbe un ottimo trampolino per il voto del 25 settembre. Se dovessero trionfare i rossoneri, invece, Silvio - sempre educatamente com'è nel suo stile - potrebbe sbottare: «Ma come, dopo tutto quello che ho fatto per voi, ora mi mandate nella serie B della politica?».
 

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 11:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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