Meloni bocciata dalle opposizioni. Conte: «Cintura nera di prese in giro». Pd: «Inquietante sui ricatti». La sfida in tv a Schlein

La premier sul caso Pozzolo: «A sinistra si è garantisti coi propri, cucce del cane comprese, e giustizialisti con gli altri. Non funziona così»

Giovedì 4 Gennaio 2024
Meloni bocciata dalle opposizioni. Conte: «Cintura nera di prese in giro». Pd: «Inquietante sui ricatti». La sfida in tv a Schlein

Alla segretaria Pd Elly Schlein ha lanciato la sfida diretta, al presidente M5s Giuseppe Conte ha riservato il numero più consistente di citazioni. Durante la conferenza stampa di fine anno, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha messo spesso nel mirino le opposizioni.

Che poi l'hanno criticata su ogni passaggio: «Solo bugie ed evocazioni inquietanti».

Meloni ha tirato in ballo gli avversari per la linea sul Mes, per il «garantismo a senso unico», per i discussi post del consigliere della corte dei Conti Marcello Degni. E ha dato una stoccata al commissario Paolo Gentiloni: «Ho da chiedere alla sinistra - ha detto - se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici».

Meloni sfida Schlein

Poi ha risposto alla segretaria Pd, che l'aveva invitata a un confronto tv: «Non mi sono mai sottratta, non lo farò stavolta», sono state le parole della premier. Che subito dopo ha rilanciato, ventilando un match anche nelle urne, a colpi di voto, per le Europee: «Penso che la mia eventuale candidatura - ha detto Meloni - potrebbe portare anche altri leader dell'opposizione a fare la stessa scelta. Potrebbe diventare un test ad altissimo livello». Il riferimento a Schlein era sottinteso: Conte ha annunciato da tempo che non si candiderà.

Il caso Pozzolo

Lo scontro fra Meloni e le opposizioni ha avuto un inedito prologo: già prima della conferenza stampa, Schlein aveva invitato la premier a fare mea culpa per il caso del deputato di FdI Emanuele Pozzolo, con lo sparo partito a capodanno dalla sua pistola. «Meloni proverà a difendere l'indifendibile - era stato il pronostico di Schlein - Le ribatteremo punto per punto. Ma prima di tutto ci aspettiamo che chieda scusa per Pozzolo e che pretenda le sue dimissioni».

Non è andata esattamente così: «Ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione dei probiviri di Fdi - ha spiegato Meloni - e che sia sospeso da Fdi». Niente scuse, niente dimissioni. «Prego la sinistra di non farmi lezioni di morale - ha poi attaccato la premier - A sinistra si è garantisti coi propri, cucce del cane comprese, e giustizialisti con gli altri. Non funziona così».

Conte: «Cintura nera di prese in giro»

Per una volta, le opposizioni si sono mostrate compatte: tutte hanno bocciato la conferenza stampa di Meloni: «Se c'è una "cintura nera" di prese in giro ai cittadini quella spetta di diritto a Giorgia Meloni», ha scritto Conte sui social, rispondendo a una chiamata in causa diretta della premier, che aveva definito il M5s «cintura nera per gli aiuti alle banche».

Conte ha poi attaccato Meloni per il Patto di Stabilità: «Per il futuro dei nostri giovani abbiamo mandato a trattare in Europa una premier che dice signor sì a quello che decidono altri Paesi per noi».

Pd: «Inquietante l'evocazione di presunti condizionamenti»

Nel Pd il passaggio di Meloni che più ha allarmato è stata «l'inquietante evocazione di presunti condizionamenti di provenienza non meglio specificata». Per i capigruppo dem di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, «come sempre» da Meloni «molta propaganda e attacchi ingiustificati all'opposizione».

La sfida lanciata dalla premier alla segretaria Pd è l'ennesimo capitolo di una partita a tennis iniziata qualche tempo fa, che sembra volutamente alimentato da entrambe le parti. Meloni fece il primo passo, lasciando trapelare un invito a Schlein per la festa di FdI, Atreju. Schlein rispose «no», ributtando la palla nell'altro campo: «Vediamoci in tv». Ora la premier ha alzato la posta: va bene in Tv e chissà, magari alle urne.

Renzi, Calenda e gli altri

Anche le altre forze d'opposizione sono andate all'attacco. Il giudizio del leader di Iv, Matteo Renzi, sulle tre ore di conferenza stampa è stato lapidario: «Mai sentite così tante bugie tutte insieme». E il segretario di Azione, Carlo Calenda: «Si sente la più completa assenza di un progetto per l'Italia». Bocciatura anche dai leader di Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: «Plateali bugie, attacchi demagogici alle opposizioni, vuoti slogan». E Riccardo Magi, segretario di +Europa: «Ha scelto il solito vittimismo, la solita tesi complottista».

Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 20:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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