Ita, Meloni: «È curioso che la Commissione europea blocchi la soluzione al nostro problema»

Botta e risposta tra il governo e palazzo Berlaymont

Lunedì 11 Settembre 2023 di Francesco Malfetano
Ita, Meloni: «È curioso che la Commissione europea blocchi la soluzione al nostro problema»

NEW DELHI - Lo scontro tra Roma e Bruxelles riparte dall’India. «È curioso che la Commissione Ue blocchi la soluzione al problema Ita» dice infatti da New Delhi Giorgia Meloni, aprendo un nuovo fronte nei già complicati rapporti con Rue de Berlaymont. Intervenendo in conferenza stampa al termine del G20 e prima di partire per una rapida tappa in Qatar (a cui si uniscono anche l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti), la premier attacca: «Non stiamo più capendo e vorremmo una risposta». Il riferimento è all’accordo per la cessione a Lufthansa del 41% della compagnia di bandiera. Intesa che, secondo l’esecutivo, è ferma a Bruxelles per l’istruttoria necessaria a formalizzare la notifica almeno dalla prima metà di giugno. «È stato interessato anche il Commissario Gentiloni» chiosa non a caso la premier, già protagonista assieme ad altri esponenti della maggioranza di rimostranze sul poco riguardo riservato dal Commissario all’Italia. La richiesta, quella meloniana di un chiarimento, è stata recapitata sabato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti proprio a margine del G20. Un breve confronto durante il quale, come anticipato dal Messaggero, il titolare del Tesoro ha appunto chiesto a Gentiloni di verificare lo stato del dossier «incredibilmente e inspiegabilmente bloccato».

Questione di cui ha peraltro parlato anche con l’omologo tedesco Christian Lindner durante un bilaterale.


LA RISPOSTA


Tornando a Meloni, l’affondo in conferenza stampa è forte. Tant’è che non si fa attendere la risposta di Bruxelles che, con una prontezza forse inusuale per le istituzioni europee, rispedisce al mittente le accuse. «Non abbiano ancora ricevuto alcuna notifica». E ancora: «Spetta alle parti» coinvolte nell’intesa «notificare» l’operazione. 
Mossa che, nel giro di un’ora, provoca una controreplica, poco conciliante, da parte del Mef. La notifica «alla Commissione Europea per la concorrenza viene accettata, da prassi, solo al termine di un’istruttoria che la stessa commissione sta portando avanti molto minuziosamente nell’ambito di una fase di pre-notifica già avviata». In altri termini il governo rispedisce la palla Bruxelles, provando - almeno in parte - a riportare su un terreno meno accidentato lo scambio di vedute. «La risposta dell’esecutivo comunitario affidata a un portavoce è positiva perché rappresenta il presupposto di un iter che sarà molto veloce» si legge in una nota in cui viene sottolineato anche come il Tesoro si sia già attivato per ottenere «un incontro in tempi brevi» con il titolare del dossier, il commissario Didier Reynders (e non Gentiloni, come evidenziano fonti Ue), supplente di Margareth Vestager, in aspettativa perché candidata a guidare la Bei. Successione che, peraltro, è l’altro punto su cui Meloni - pur senza mai nominarle - attacca l’Unione europea e la Spagna. La prima per il metodo che sta impiegando per la scelta, la seconda per essere troppo ingorda con le nomine.


LA CONTROREPLICA


Non finisce però qui. Quando in India il G20 è ormai concluso, la querelle avviata da Meloni in conferenza stampa si arricchisce di un ulteriore passaggio. In una seconda nota, Bruxelles si dice «in stretto contatto con le parti», Ita e Lufthansa, «per discutere della transazione prima della sua notifica ufficiale», precisando come si tratti di un «processo standard». E questo, spiega una fonte di governo sottolineando una certa diffidenza, «non è garanzia di nulla». Pnrr docet. I fronti aperti però sono tanti. E la sensazione - ancora più forte rispetto agli attacchi dei giorni scorsi - è che le crepe già aperte nel rapporto tra il governo italiano e Rue de Berlaymont vadano ampliandosi. A testimoniarlo del resto c’è anche un’uscita piuttosto caustica del ministro della Difesa Guido Crosetto. «A me l’Europa mi fa l’impressione della vecchia nobiltà che pensava che nulla cambiasse e pensava di poter vivere nei loro palazzi senza lavorare e sporcarsi le mani e non si accorgeva invece che il mondo stava cambiando e dopo pochi anni si è trovata la borghesia che comprava quei palazzi». Quasi un avviso di sfratto in pratica. E con le elezioni europee alle porte non è detto non lo sia davvero.
 

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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