Manovra, Meloni e l’appello ai ministri: «Evitiamo di fare richieste impossibili»

Oggi primo Cdm dopo la pausa estiva

Lunedì 28 Agosto 2023 di Francesco Malfetano inviato a Ceglie Messapica
Manovra, Meloni e l’appello ai ministri: «Evitiamo di fare richieste impossibili»

CEGLIE MESSAPICA Niente sbandate estive o, peggio, elettorali. Quando Giorgia Meloni, oggi, aprirà il primo Consiglio dei ministri post-ferie la parola d’ordine che trasmetterà al suo governo è «realismo».

L’autunno caldo che attende gli italiani tra inflazione e caro carburanti, va affrontato con serietà. Senza minare il percorso, già accidentato, con bandierine elettorali o posizioni irricevibili. «Né richiami né moniti» chiarisce però una fonte ai vertici dell’esecutivo, solo un modo di «gettare le basi» per la finanziaria. Anche se gli uffici del Mef sono a lavoro per circostanziare i margini di manovra (entro il 10 settembre i ministeri dovranno inviare ad esempio una proposta di spending review), coperta e coperture com’è noto sono senza dubbio corte. 

Vertice di maggioranza


Vale a dire che quell’atto di «realismo» invocato dalla premier si tradurrà inevitabilmente in più di qualche “no” agli a ministri e alleati di governo. Al punto che tra i fedelissimi della premier c’è chi non esclude la possibilità di ricorrere a qualche decimale di nuovo deficit. Per di più con la Spada di Damocle del nuovo Patto di stabilità europeo tutto da definire, c’è il rischio che prima di conoscere realmente le possibilità di spesa si arrivi a novembre. E quindi la strategia che verrà definita in una girandola di incontri a strettissimo giro (il 6 settembre, prima di volare in India per il G20, Meloni incontrerà leader e capogruppo) non potrà che partire da pochi capisaldi sicuri e qualche «pacchetto» da 1 o 2 miliardi da includere o escludere anche all’ultimo momento. Se i primi sono stati definiti già con buona chiarezza tra ulteriore taglio al cuneo fiscale, interventi a sostegno dei redditi più bassi e della natalità (almeno un paio di miliardi finiranno su un fisco più leggero per famiglie numerose, asili aziendali e detassazioni per chi assume giovani e mamme).

Un tema ricorrente su cui ci si muove con circospezione sono le pensioni. Le proposte di Matteo Salvini e Antonio Tajani di arrivare a Quota 41 e rivalutare le minime a 700 euro, così come formulate sono difficilmente accontentabili. Tuttavia fino all’ultimo si cercherà il modo di intervenire, almeno in parte. E cioè prorogando quota 103 e alzando la soglia degli assegni almeno a 600 euro. Per il resto (dal ponte sullo Stretto, alla riduzione delle accise sulla benzina fino all’immediata definizione dei Lep) lo spazio è stretto. 
Il giro d’orizzonte di oggi lo chiarirà meglio, prima di aprire le danze di un cdm che - per quanto non ufficialmente confermato dalle convocazioni - secondo diversi protagonisti sarà relativamente «rapido».

Al suo interno infatti, assieme a due ratifiche di trattati e due regolamenti di organizzazione, “solo” una norma che sta molto a cuore al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Si tratta dei decreti attuativi per la norma che introduce l’indennità di discontinuità a favore dei lavoratori dello spettacolo. Non solo. Secondo quelle che al momento sono solo voci (il pre-cdm si terrà in mattinata) oggi dovrebbe arrivare anche l’ultimo via libera al Dpcm per rendere operativo il memorandum d’intesa firmato il 10 agosto tra il Mef e il fondo americano Kkr sulla presentazione di un’offerta vincolante al cda di Tim per rilevare fino al 20% della Netco, la società delle rete fissa, con un’operazione da 2-2,5 miliardi. Infine, se Tajani porterà la nomina dell’ambasciatore in Niger e, stando alle dichiarazioni degli ultimi giorni, il vicepremier Salvini dovrebbe mettere sul tavolo anche il dossier dello stop ai veicoli Euro 5 in Piemonte e quello per la tutela dell’equilibrio tra uomo e grandi carnivori (orsi e lupi ad esempio), puntando ad assegnare più poteri agli enti locali.

Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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