Manovra, la Lega presenta tre emendamenti, ma poi li ritira: «È stato un malinteso. Diventeranno ordini del giorno»

Dopo le tensioni tra parlamento ed esecutivo, il capogruppo Massimiliano Romeo fa retromarcia

Mercoledì 22 Novembre 2023
Manovra, la Lega presenta tre emendamenti, ma poi li ritira: «È stato un malinteso. Diventeranno ordini del giorno»

Nonostante l'accordo della maggioranza di non presentare nessun emendamento alla Manovra, ieri sera in commissione Bilancio al Senato ne sono spuntati tre della Lega. Tre proposte di modifica che non sono di carattere oneroso, ma che in ogni caso esulano dall'accordo di maggioranza che prevedeva modifiche attraverso un maxi-emendamento concordato. Una mossa che ha provocato perciò molte tensioni, culminate dalla telefonata della premier Giorgia Meloni a Matteo Salvini. Poi, stamattina, le scuse di Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio: «Evidentemente ho capito male e ho già dato mandato di ritirarli e di trasformarli in ordini del giorno».

Manovra, Ue: «Italia non pienamente in linea, sia pronta a correzioni nel 2024». Gentiloni: «Non bocciata, sia prudente»

Il dietrofront

Dopo la presentazione della Lega di tre emendamenti alla Manovra, sono arrivate stamattina le scuse e i chiarimenti di Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato: «All'ultima riunione di maggioranza con il ministro Ciriani avevo capito che due o tre emendamenti si potevano presentare giusto a livello simbolico. Evidentemente ho capito male e ho già dato mandato di ritirarli e di trasformarli in ordini del giorno». A parlare anche il senatore della Lega Claudio Borghi«È stato un malinteso.

Nell'ultima riunione dei capigruppo era stata ventilata la possibilità di presentare degli emendamenti, quasi per una questione estetica, per evitare lo stigma di aver presentato zero emendamenti. E quindi di presentarne qualcuno ordinamentale. In realtà fra capigruppo non si sono intesi, questa era solo un'idea d lavoro, ma poi non era stata approvata. Abbiamo ritirato i tre emendamenti e trasformati in ordini del giorno». 

I tre emendamenti

Enti locali, giustizia e frontalieri: questi i temi dei tre emendamenti presentati dalla Lega ieri sera, e trasformati poi in ordini del giorno. Nello specifico, le tre proposte di rettifica riguardano la contribuzione al Servizio sanitario nazionale dei lavoratori transfrontalieri, la previdenza della magistratura onoraria e il contributo alla finanza pubblica degli enti locali in dissesto finanziario. I tre Odg sono firmati dai senatori Massimiliano Romeo, Claudio Borghi e Marco Dreosto.

ll terzo di questi riguarda l'articolo 88 del ddl bilancio, il quale «prevede un contributo alla finanza pubblica a carico degli enti locali delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Sicilia e Sardegna di 250 milioni annui per gli anni dal 2024 al 2028», ma esclude espressamente «dal perimetro degli enti locali tenuti a contribuire al concorso alla finanza pubblica gli enti locali in dissesto finanziario o in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, o che abbiano sottoscritto gli accordi per il ripiano del disavanzo di amministrazione e il rilancio degli investimenti, dai comuni sede di capoluogo di città metropolitana con disavanzo pro-capite superiore a 700 euro o per il ripiano del disavanzo di amministrazione, dai comuni capoluogo di provincia con disavanzo pro-capite superiore a 500 euro». L'Odg «impegna il governo a valutare l'opportunità di riconsiderare gli enti di cui sopra all'interno della platea dei soggetti coinvolti dal contributo alla finanza pubblica», poiché «la misura appare disincentivante sul piano della gestione efficiente ed efficace degli enti che non presentano disavanzi ma al contrario dimostrano buona amministrazione e responsabilità di spesa».

Il primo, invece, riguarda l'articolo 49 del disegno di legge di bilancio, il quale prevede che i «lavoratori frontalieri contribuiscano al Servizio sanitario nazionale mediante il versamento di una quota di compartecipazione familiare definita annualmente dalle regioni di residenza, compresa fra un valore minimo del 3% e un valore massimo del 6%, da applicare, a decorrere dal 2024, al salario netto percepito in Svizzera dai predetti lavoratori». L'Odg «impegna il governo ad adottare ogni iniziativa di propria competenza finalizzata a modificare il meccanismo di contribuzione, introducendo un criterio di progressività del prelievo in rapporto al reddito netto, con un tetto minimo e massimo mensile del contributo da 30 a 190 euro».

Il secondo riguarda l'articolo 67 della manovra, il quale «prevede misure in materia di trattamento economico previdenziale e assistenziale della magistratura onoraria». L'Odg «impegna il governo a valutare l'opportunità di estendere la possibilità di trattenimento in servizio volontario e a richiesta del personale di cui all'articolo 1 della legge 19 febbraio 1981 n. 27 fino al compimento del settantatreesimo anno di età».

Gli emendamenti delle opposizioni

In totale sono stati 2650 gli emendamenti presentati dalle opposizioni in Commissione Bilancio del Senato alla Manovra 2024. Dai dati arrivati dai gruppi, sono 1103 gli emendamenti del Pd, 945 quelli del Movimento Cinque Stelle, 329 quelli d Alleanza Verdi e Sinistra, 180 quelli di Italia Viva, 91 quelli di Azione. Salario minimo e sanità sono i due fronti su cui le opposizioni marciano unite. Oggi, intanto i Dem e i pentastellati illustreranno ciascuno la propria contro-proposta sulla legge di bilancio. «Dimostreremo che non è vero quello che dice la premier Meloni, che la coperta è corta. Se la sai usare, la coperta è sufficiente, genereremo risorse», assicura Conte. E fra le proposte di modifica a firma M5s spunta un emendamento per finanziare per due anni il Reddito di cittadinanza così come era prima delle modifiche. L'altro ieri intanto è stata la volta di Azione con focus su sanità, istruzione, crescita e sviluppo in 91 emendamenti. E sono circa duemila quelli che verranno depositati nel complesso dalle minoranze: il numero più consistente di emendamenti è del M5s con oltre 950 proposte, dal Pd ne arrivano 600. Circa 300 hanno la firma di Alleanza Verdi e Sinistra italiana, mentre un centinaio saranno presentati da Italia viva e una novantina da Azione. Resta confermata l'intenzione del centrodestra di far convogliare tutte le indicazioni in un maxi-emendamento alla manovra. Ma è scontro, nel frattempo, sul fronte del salario minimo. «È l'ennesimo affronto non solo alle opposizioni ma a tutto il Parlamento che viene scavalcato», sottolineano da M5s. «La maggioranza - chiedono insieme i capigruppo di centrosinistra in commissione Lavoro - si confronti con noi sul merito delle proposte anziché mettere tutto nelle mani dell'esecutivo. Il nostro è un appello a liberare l'autonomia del Parlamento». Il centrodestra rivendica la propria proposta. «L'autonomia del Parlamento - sottolinea il presidente della commissione e firmatario della proposta Walter Rizzetto (FdI) - è rispettata e stra-confermata. Noi abbiamo fatto un intervento - ha aggiunto - che raccoglie i rilievi del Cnel e stiamo solo dicendo che la proposta delle opposizioni non è, a nostro avviso, lo strumento giusto. Tra l'altro hanno avuto 12 anni di governo non solo per fare una legge ma anche semplicemente per metterla in calendario». Ostruzionismo e regolamenti parlamentari legati alla richiesta di fiducia in Aula alla Camera sul dl proroghe, i lavori in commissione a Montecitorio riprenderanno però solo giovedì. «Primo giorno: voto bloccato. È un risultato dell'opposizione. È questo il dato politico di oggi e noi continueremo a batterci fino a quando non ritireranno l'emendamento», promette il capogruppo del Pd in commissione Lavoro Arturo Scotto.

Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci