Irpef più bassa, aumento stipendi, pensioni e Pnrr: il piano Meloni presentato ai sindacati

Durante l'incontro con i sindacati la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato alle parti sociali alcuni provvedimenti economici che il governo vuole prendere nei prossimi mesi.

Martedì 30 Maggio 2023 di Giacomo Andreoli
Irpef più bassa, aumento stipendi, pensioni e Pnrr: il piano Meloni presentato ai sindacati

Continuare con il taglio del cuneo fiscale, ampliare il primo scaglione Irpef abbassando le tasse, rivedere il sistema pensionistico per assicurarne un futuro e rilanciare il Pnrr per non perdere i miliardi europei. Sono i punti principali del “piano” che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato ai sindacati all'incontro di oggi a Palazzo Chigi.

L'obiettivo, soprattutto in merito alle difficoltà del sistema pensionistico, è «evitare una bomba sociale nei prossimi decenni».

Irpef più bassa, ridotto il primo scaglione

Primo punto, le tasse. «L'obiettivo della delega fiscale - ha detto la presidente del Consiglio - è la riforma complessiva del sistema, con una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per abbassare la pressione fiscale. Questo significa, nella nostra idea, ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori».

Al momento le aliquote Irpef sono quattro: 23% da zero a 15mila euro di reddito, 25% sopra i 15mila e fino ai 28mila, 35% sopra i 28mila e fino ai 50mila e 43% sopra i 50mila. Con la prossima riforma fiscale, che inizierà ad essere attuata nel 2024, si potrebbe quindi andare verso un sistema a tre aliquote: 23% per i redditi fino a 28mila euro; 35% per i redditi oltre 28mila e fino a 50mila; 43% per i redditi oltre 50mila.

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In questo modo si pagherebbero: 60 euro in meno l'anno per tutti coloro che ne guadagnano fino a 15mila, 100 euro in meno per chi ha un reddito di 20mila, 400 in meno per chi ne prende 35mila e 700 in meno, sempre ogni dodici mesi, per tutti i lavoratori con percepiscono oltre 50mila euro annui.

Se nel 2024 fossero disponibili molte risorse nelle casse dello Satto, poi, si potrebbe abbassare l'attuale aliquota del 23%, forse anche fino al 10% (ma in questo caso ci vorrebbero diversi miliardi e al momento sembra improbabile).

Gli aumenti in busta paga

Quanto agli stipendi l'idea del governo è stabilizzare l'attuale taglio del cuneo fiscale nel 2024 e magari andare oltre, forse prevedendo anche un apposito bonus fiscale sulla tredicesima. Secondo le simulazioni realizzate per Il Messaggero dalla Fondazione dei Consulenti del Lavoro si potrebbe arrivare così fino a circa 1800 euro in più in busta paga a fine 2023 o fine 2024 per chi ha un reddito da 35mila euro annui (fino a 2692 al mese per tredici mensilità).

Inoltre il governo, dopo aver ulteriormente liberalizzato i contratti a tempo determinato, è ora intenzionato a incentivare il lavoro a tempo indeterminato, soprattutto nell'ambito dell'occupazione femminile. «Se colmassimo quel divario - ha spiegato Meloni ai rappresentanti sindacali - colmeremmo di fatto tutto il gap occupazionale che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei. Questo rimane un grandissimo tema soprattutto per le regioni del Mezzogiorno».

Un piano per salvare il sistema pensionistico

Quanto alle pensioni la presidente del Consiglio ha spiegato che l'osservatorio sulla spesa previdenziale al ministero del Lavoro «mapperà tutta la spesa e sarà utile per valutare gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici». 

L'osservatorio si occuperà del «rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future». Le prospettive, infatti, per un paese ‘anziano' come l'Italia, sono decisamente complicate per quel che concerne la sostenibilità delle pensioni.

L'esecutivo vuole “salvare” il sistema per far sì che i giovani possano avere un'assegno pensionistico. Anche se, affinché questo sia decente, bisognerebbe prevedere da subito una forma di garanzia, vista la discontinuità contributiva e i salari bassi degli under 35.

Il negoziato sul Pnrr

Infine sul Pnrr la Meloni si è mostrata ottimista. Secondo la presidente del Consiglio «la revisione a cui lo sta sottoponendo è l'occasione per fare insieme una valutazione su cosa nel Pnrr può essere ottimizzato e perfezionato». Il governo punta a rispettare i tempi e chiudere il difficile negoziato con le modifiche assieme alla Commissione europea entro fine estate. 

Per ora, secondo la presidente, non si potrà usare una parte delle risorse europee direttamente per la «ricostruzione dell'Emilia-Romagna dopo l'alluvione, ma ci sono fondi per la messa in sicurezza dei territori e poi vanno rafforzati gli strumenti, soprattutto quelli che consentono di essere pronti qualora l'imprevisto dovesse manifestarsi».

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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