Sono serviti mesi di tira e molla tra gli operatori del fitness e l'esecutivo, ma alla fine è arrivata anche l'ora - o meglio il giorno - per la riapertura delle palestre anche al chiuso.
Gli spogliatoi - Dal canto loro gli utenti dovranno mantenere la distanza interpersonale di almeno 2 metri, indossare sempre la mascherina (lo stesso vale per il personale) eccetto che quando si eseguono gli esercizi, e anche evitare di condividere bicchieri, borracce o asciugamani. Per quanto riguarda gli attrezzi invece, ove possibile, gli utenti dovranno utilizzare tappetini propri. In caso contrario questi dovranno essere igienizzati dopo ogni utilizzo, proprio come tutte le attrezzature messe a disposizione dalla palestra. Qualora qualche macchina non possa essere inclusa in questa routine, è da considerarsi inutilizzabile.
Stringenti sono anche le norme sugli spogliatoi. I clienti dovranno arrivare già vestiti per le attività o comunque in modo tale da potersi cambiare rapidamente. In altre parole gli spogliatoi saranno accessibili solo per un cambio al volo e per lasciare il non necessario, avendo cura di riporre «il tutto in appositi contenitori sigillati» come si legge nel protocollo. Inoltre il gestore della struttura, sempre stando al documento, «potrà disporre il divieto di accesso alle docce, invitando utenti e atleti a cambiare l'abbigliamento per l'allenamento, ad asciugare velocemente i capelli e a completare la vestizione nel più breve tempo possibile».
Le polemiche - Misure che, in realtà, nella proposta degli operatori avrebbero dovuto consentire la riapertura anche delle piscine al chiuso. Questa però è slittata al 1 luglio, scatenando nuove polemiche. «Lo sport ha subito l'ennesima presa in giro - ha attaccato Claudio Barbaro, senatore di Fdi e presidente di Asi (Associazioni Sportive e Sociali Italiane) - cosi come era successo nei precedenti provvedimenti, con ripartenze a singhiozzo. E con ulteriori criticità, basti pensare alla piscine al chiuso, la cui riapertura è stata posticipata al primo luglio e che segna un ulteriore ed inequivocabile passo indietro».