Napoli, presa la cellula neonazista: nei piani l'attacco a una caserma. «Erano pronti a colpire»

Mercoledì 16 Novembre 2022 di Leandro Del Gaudio
Napoli, presa la cellula neonazista: nei piani l'attacco a una caserma. «Erano pronti a colpire»

C'era chi progettava attentati eclatanti. Da kamikaze: contro i carabinieri della caserma di Marigliano o all'interno di un noto centro commerciale alle porte di Napoli. Non erano chiacchiere da fanatici, a leggere le carte degli arresti messi a segno a Napoli, a carico di quattro presunti esponenti di un gruppo neonazista.

Quelle intercettate erano parole che riconducevano a un piano ben scandito dal possesso di armi, dal confezionamento di munizioni e da una strategia di indottrinamento di alto profilo. E da qui la decisione del gip di Napoli di accogliere le richieste di arresto a carico del cosiddetto Ordine di Hagal, una cellula di estrema destra, di stampo nazista, no vax, revisinista, omofobica, vicina alla cellula nazista ucraina dell'Ordine di Azov. A finire in cella Maurizio Ammendola, 43 anni, presidente dell'associazione finita sotto inchiesta, l'Ordine di Hagal; Michele Rinaldi, 47 anni, vice presidente; Massimiliano Mariano, 46 anni (che si occupava di indottrinamento) e Gianpiero Testa, 25 anni, a sua volta intercettato mentre medita propositi di guerra nei confronti della caserma dei carabinieri di Marigliano, al termine delle indagini condotte dal capo della Digos Antonio Bocelli. È invece sfuggito agli arresti un quinto elemento, parliamo di un personaggio di spessore internazionale: si chiama Anton Radomskyy, nato a Ternopil, in Ucraina, ma che risultava domiciliato a Marigliano. Attualmente Radomsky è irreperibile, probabilmente è tornato nel suo Paese.

Le teorie

Le indagini hanno preso il via nel 2019 e dalle intercettazioni è emerso che in chat (sul canale «Protocollo 4» di Telegram), dove circolano manuali per il confezionamento di armi, saggi revisionisti sull'Olocausto, scritti eversivi per la realizzazione del nuovo Ordine mondiale e tanto altro materiale che ruota attorno a queste sette di stampo neonazista. Un'associazione verticistica, organizzata in cinque livelli e caratterizzata da una forte compartimentazione, sia verso l'interno sia verso l'esterno: più alto era il livello gerarchico e più gli adepti che ne facevano parte erano a conoscenza del progetto dell'organizzazione, finalizzato principalmente a propagandare ideologie naziste, contro la religione ebraica, negando la Shoah e a mettere in piedi iniziative per sovvertire l'ordine democratico.

L'addestramento

Alcuni componenti della cellula napoletana e casertana si sarebbero anche trasferiti all'estero per partecipare agli addestramenti: combattimenti corpo a corpo con la tecnica israeliana «Krav Magà» ed esercitazioni all'uso di armi lunghe e corte. Per queste attività veniva loro conferito anche un diploma. Attivisti preparati sotto il profilo atletico, tanto da mettere in piedi corsi di sopravvivenza estrema. Emersi contatti con fazioni naziste, come il «Battaglione Azov», Misantropya Division e Centuria. Sequestrati armi bianche, pistole risultate essere delle repliche di quelle vere, materiale propagandistico, libri sul suprematismo bianco, su Mussolini (indicato nelle chat come padre della Patria e dell'arianesimo italiano) e Hitler.

© RIPRODUZIONE RISERVATA