Crollo a Firenze, il fratello di Luigi Coclite morto nel cantiere: «Nemmeno doveva essere lì, aiutava chiunque glielo chiedesse»

La vittima aveva 59 anni ed era di origini abruzzesi

Domenica 18 Febbraio 2024 di Teodora Poeta
Crollo a Firenze, il fratello di Luigi Coclite morto nel cantiere: «Nemmeno doveva essere lì, aiutava chiunque glielo chiedesse»

«Non doveva essere lì, me lo ha detto mia cugina. Luigi è stato chiamato per una gettata, ma non so quando, non so altro». Marco Coclite è sotto choc. Come la piccola Montorio al Vomano dove vive e dove il sindaco Fabio Altitonante proclamerà il lutto cittadino. Marco prova a ricordare i sogni del fratello maggiore, svaniti sotto le macerie, distrutti in pochi istanti, nel crollo del pilone del cantiere del supermercato Esselunga in via Mariti a Firenze. Il 59enne Luigi Coclite, abruzzese, originario del piccolo centro in provincia di Teramo, proprio in Toscana aveva visto realizzarsi il suo sogno d'amore e poi i progetti di lavoro.
Luigi quando è andato via da Montorio?
«Nel 1989, abbiamo deciso insieme di fare un'esperienza fuori. Inizialmente siamo stati a lavorare a Milano, sul lago Maggiore e a Torino, poi siamo andati a Vicarello, una frazione di tremila abitanti di Collesalvetti, in provincia di Livorno, dove lui si è fermato ed è lì che ha conosciuto la ragazza che poi è diventata sua moglie. Ormai sono passati più di trent'anni. Mi sembra un secolo. Eravamo giovani. Da allora Luigi è sempre rimasto a Vicarello a lavorare, mentre io, dopo altri giri, me ne sono tornato nel mio paese d'origine».
Com'era suo fratello?
«Era una persona di buon cuore.

C'era sempre per tutti. Disponibile. Se poteva, aiutava chiunque glielo chiedesse. Purtroppo, un lutto familiare, la morte di un'altra sorella nel 2018, ci ha allontanati, non ci parlavamo, e adesso non riesco a darmi pace».

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Come ha saputo dell'accaduto?
«Venerdì mattina stavo andando al lavoro. Alle 13.20 mi ha telefonato mia cugina che ha sempre mantenuto buoni rapporti con mio fratello Luigi e ha detto che doveva darmi una notizia drammatica. Appena mi ha comunicato che Luigi era morto mi sono sentito mancare le forze. Le lacrime escono da sole. Ho perso un altro pezzo della famiglia».
Le hanno riferito qualcosa sulla dinamica dell'incidente?
«Mia cugina mi ha solo riferito che Luigi venerdì non doveva neanche essere lì. È stato chiamato per la gettata del cemento. Quando, però, è stato chiamato, non lo so. Il resto l'ho appreso dai giornali. Lui ha sempre portato la betoniera. Ho letto che stava manovrando il joystick per la gettata, quindi non poteva mantenere la pompa. Non lo so cosa possa essere accaduto. Ma è sconvolgente pensare che una persona esca la mattina per andare al lavoro e non torni più a casa».
La salma rientrerà a Montorio al Vomano per la sepoltura?
«No. Ho saputo che sarà cremata. In questo modo resterà vicino ai figli, Alessio e Lucrezia, che vivono a Collesalvetti. È giusto che sia così. Ma qui al cimitero di Montorio, dove c'è la lapide di nostro padre, metterò anche la sua foto. Io andrò al funerale. Quel giorno sarà uno strazio per tutti».
È vero che Luigi sarebbe dovuto tornare in Abruzzo a breve?
«Ahimè è proprio così. Luigi e mamma, la prossima settimana sarebbero dovuti venire a Montorio per qualche giorno. Forse l'avrei incrociato per strada. Chissà? Ma questo non lo saprò mai. Adesso so solo che sono a pezzi e più ci penso, più sto male».

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA