Quando una coppia scoppia, le battaglie giudiziarie non riguardano solamente la divisione dei beni: sono sempre più frequenti le cause in cui gli ex innamorati chiedono al giudice di stabilire a chi debba essere affidato l’animale domestico, con tanto di diritti di visita concessi, oppure negati, all’ex coniuge. Addirittura, si può arrivare a ipotizzare un danno alla salute per la perdita violenta dell’animale da affezione, se il cane o il gatto vengono portati via da un giorno all’altro.
DIRITTI DI VISITA
In un’altra sentenza, che risale al 24 marzo, infatti, i giudici hanno stabilito che l’affido del cane di una ex coppia debba essere negato a chi dei due non sia in grado di provare l’instaurazione di uno stabile legame affettivo con l’animale. In questo caso vengono meno anche i diritti di visita. A trascinare l’ex davanti al Tribunale di Padova era stata una donna che chiedeva di venire riconosciuta come comproprietaria di un cane acquistato nel corso di una relazione affettiva stabile. Venivano chiesti anche l’affidamento dell’animale e il risarcimento dei danni, emotivi e patrimoniali. In primo grado i giudici avevano stabilito la proprietà del cane in capo all’ex compagno della donna, ma avevano disposto per lei i diritti di visita dell’animale. Una decisione modificata in appello: i giudici avevano negato alla ricorrente la frequentazione dell’animale. E la Cassazione è stata dello stesso avviso. L’ex aveva adeguatamente provato di essere il padrone del cane, allegando documenti di acquisto dell’animale, assicurazione, ricevute per prestazioni veterinarie, mentre la donna si era limitata a produrre alcune fotografie. La signora, inoltre, non è stata in grado di provare «l’instaurazione di un rapporto significativo tra la ricorrente e il cane, vista la breve relazione sentimentale (circa 4 mesi) che l’aveva legata al suo padrone».