Giulia Bongiorno positiva al coronavirus.
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In un'intervista a La Repubblica, la senatrice siciliana della Lega ha spiegato: «Sento molte persone incredule dopo essersi scoperte positive al Covid-19. Non ci sono indizi per capire come e quando possano essersi ammalate, è capitato anche a me una decina di giorni fa. Non saprò mai con certezza dove sia avvenuto il contagio, ma di una cosa sono sicura: esistono 'zone franche' in cui è impossibile difendersi, anche per il cittadino più attento e scrupoloso». Giulia Bongiorno poi aggiunge: «Sono sempre stata prudente, ho sempre avuto paura per me e per mio figlio, tanto da averlo ritirato da scuola, ma poi bisogna fare i conti con quelle 'zone franche', come le aule di tribunale, dove il virus galoppa e le precauzioni sono poco osservate. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, invece di proteggerci e farci lavorare in sicurezza si occupa dei problemi interni al Movimento 5 Stelle».
Al di là della polemica politica, quello che colpisce del caso di Giulia Bongiorno è la grande attenzione mantenuta per evitare il contagio, che però non è bastata. «Ho smesso di usare l'ascensore perché avevo letto che i droplet possono resistere anche per mezz'ora in una cabina chiusa, ho utilizzato non solo la mascherina, ma anche occhialoni e visiera, che oltre ad essere scomodi mi conferivano un aspetto ridicolo, ma la salute è molto più importante dell'estetica» - racconta la senatrice leghista - «Non solo: quando un inquilino dell'immobile era risultato positivo, mi sono trasferita altrove e ho ritirato mio figlio da scuola quando ho visto che dopo la riapertura i contagi volavano. Ho fatto di tutto per evitare il contagio, ma poi mi sono ritrovata in aule di tribunale senza finestre, senza il minimo distanziamento, tutti a respirare nello stesso ambiente chiuso e forse non tutti attenti a proteggere se stessi e gli altri».
Il contagio nelle ultime settimane si è diffuso molto anche nei tribunali. «Inizi a sentire che il collega è malato, poi scopri che lo è anche il pm, il cerchio intorno a te si stringe inesorabilmente. Ammalarsi è quasi inevitabile, per non ammalarsi basterebbe non andare più in tribunale, ma la giustizia non può fermarsi: sarebbe la negazione dei diritti» - spiega ancora Giulia Bongiorno - «Viene da chiedersi a cosa serve essere rigorosi e attenti se poi ci sono queste 'zone franche', e sapere che tra questi ci sono i luoghi deputati alla giustizia fa rabbia. Un giudice, a Napoli, tiene udienza in tuta bianca anti-Covid: non è un'esagerazione, il virus galoppa nei tribunali e nelle carceri, mentre il ministro Bonafede pensa ai problemi interni al M5S o alle opposizioni, quando avrebbe dovuto mettere i lavoratori della giustizia in sicurezza in vista della seconda ondata».