Sarah portata a forza nel garage:
Sabrina la teneva, lo zio la strangolava

Sabato 16 Ottobre 2010
Sabrina Misseri
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ROMA (16 ottobre) - Sabrina detestava Sarah. Non sopportava pi la cugina da quando la quindicenne le aveva confidato che suo padre, Michele Misseri, la molestava sessualmente. Dopo aver saputo delle avances, la ventiduenne di era incattivita, aveva rivelato
quelle confidenze al papà e, insieme al genitore, nel primo pomeriggio del 26 agosto, avrebbe ucciso l'amica del cuore nel garage di casa: Sabrina avrebbe immobilizzato Sarah "cinturandola" ai fianchi con le mani mentre suo padre l'ha strangolata con una corda.



Ora la ventiduenne è in carcere, assieme al padre, con accuse da ergastolo: sequestro di persona e concorso in omicidio volontario finalizzato a far ottenere al padre l'impunità dal delitto di violenza sessuale.



Le agghiaccianti sequenze dell'omicidio sono contenute nelle tre pagine del decreto di fermo notificato ieri sera a Sabrina dopo le dichiarazioni di suo padre che ha - secondo i pm - con «chiarezza e precisione» ha tirato in ballo Sabrina, indicando il ruolo attivo della figlia nel «trascinare con la forza» nel garage la piccola Sarah e nel suo omicidio.



Misseri «ha individuato con chiarezza e precisione la figlia Sabrina come la persona che conduceva con la forza Sara nel garage e vicino alla sua persona», si legge nel decreto. Misseri - prosegue - «aggiungeva che proprio Sabrina teneva ferma la minore cinturandola mentre lui la strangolava con la corda».



Le dichiarazioni del padre di Sabrina vengono definite dagli inquirenti credibili perché l'uomo, con la sua confessione, «assolutamente riscontrata» ha indicato «il luogo ove aveva occultato il cadavere di Sarah, in sede di ispezione ha individuato con certezza sia il terreno ove ha bruciato i vestiti di Sarah e sia la zona dove aveva buttato la batteria del cellulare di Sarah e ciò facendo ritrovare sia i residui dell'incendio dello zainetto e dei vestiti di Sarah sia la batteria del cellulare della ragazza».



La ricostruzione di quello che è accaduto sembra essere uscita dal copione di un film dell'orrore. All'arrivo della quindicenne, Sabrina si sarebbe fatta trovare davanti alla porta del garage di casa sua, in via Grazia Deledda. Contro la volontà della cugina, l'avrebbe costretta a scendere nella rimessa dove c'era suo padre. I tre avrebbero parlato per qualche istante, poi Sabrina avrebbe immobilizzato Sarah e suo padre le avrebbe stretto una corda attorno al collo, fino a quando la ragazzina è caduta a terra ed è morta. L'azione non sarebbe durata più di due minuti, durante i quali Sabrina avrebbe visto negli occhi Sarah.



Subito dopo Michele Misseri ha caricato il corpo della nipote sulla sua Seat Marbella rossa e l'ha coperto con un cartone. Sabrina, invece, è uscita di corsa in strada dove ha incontrato, pochi istanti dopo, l'amica Mariangela con la quale aveva appuntamento per andare al mare assieme a Sarah. La messinscena della ragazza è durata 50 giorni durante i quali Sabrina non si è persa neppure un'apparizione televisiva, ha pianto davanti alle telecamere ogni volta che cominciava una diretta ed è stata straordinariamente precisa sugli orari delle

telefonate fatte a Sarah fino al momento della scomparsa. Fino a quando suo padre, schiacciato dal rimorso, ha simulato il ritrovamento del cellulare della nipote e ha confessato il delitto.



L'uomo è in carcere dal 7 ottobre. Fino a ieri aveva sempre detto di aver ucciso da solo Sarah, di aver abusato sessualmente del suo cadavere e di aver gettato il corpo della fanciulla nel pozzo-cisterna in cui è stato trovato. Una ricostruzione dei fatti, quella di Michele Misseri, che non ha mai convinto, anzi ha evidenziato molte contraddizioni.



La prima è la diversa ricostruzione dei fatti su quanto accadde quel 26 di agosto, fornita da Sabrina e dalla sua amica Mariangela Spagnoletti, le cui dichiarazioni sono difinite dai pm «rilevanti e fondamentali». Mariangela, infatti, racconta di

essere arrivata a casa Misseri e di aver visto Sabrina in strada molto agitata, che diceva: «Sarah non è arrivata, l'hanno presa, l'hanno presa. Non capivo il perchè di quell'allarme - avrebbe detto Mariangela ai pm - io pensavo ad un normalissimo ritardo di pochi minuti. Avevamo appuntamento alle 14.30, ed erano le 14.40».



Sabrina giura invece che i fatti sono andati diversamente e che all'arrivo dell'amica era in veranda. La seconda contraddizione di Sabrina la fa emergere sempre Mariangela: riguarda le auto parcheggiate davanti a casa Misseri dopo che lei e Sabrina erano andate per due volte a casa della mamma di Sarah. Mariangela dice che davanti a casa

di Sabrina c'erano sia l'auto di famiglia dei Misseri, una Opel Astra, sia la Seat Marbella del padre. Quest'ultima era parcheggiata parallelamente al portone del garage. Fatto questo negato da Sabrina che dice che davanti a casa sua c'era solo la Opel. Poi ci sono i contrasti tra Sabrina e sua madre Cosima: la madre dice che la figlia si è alzata dal letto dopo aver ricevuto il primo sms di Mariangela con la quale doveva andare al mare; la figlia dice invece di essersi alzata alle 14.28, dopo aver ricevuto lo squillo di Sarah.



Proprio incrociando le diverse contraddizioni con le dichiarazioni «riscontrate e credibili» fornite fino a ieri da Michele Misseri, gli inquirenti hanno stretto il cerchio attorno a Sabrina, sottoponendola a fermo dopo un interrogatorio di sei ore durante il quale la ragazza si è difesa dimostrando di aver un carattere molto più forte di quello del padre che ha simulato il ritrovamento casuale del cellulare di Sarah perchè - secondo i carabinieri del Rac - voleva «autopunirsi» e «creare inconsciamente i presupporti per essere scoperto».



Sabrina dal carcere continua a proclamare la sua innocenza, piange e si dispera. Fa sapere che non potrà più chiamare Michele Misseri papà. Anche la mamma Cosima e la sorella Valentina si dicono certe dell'innocenza di Sabrina.



Intanto, lunedì la giovane comparirà davanti al gip per la convalida del fermo e stabilire se il movente "intrafamiliare" del delitto - come l'ha definito oggi il procuratore della Repubblica, Franco Sebastio - regge. Nel decreto di fermo notificato ieri sera alla ventiduenne accusata di aver concorso nell'omicidio della cugina si afferma che la ragazza può fuggire per sottrarsi alla cattura e che per questo motivo va sottoposta a fermo. Il reato di omicidio contestato all'indagata - viene sottolineato nel decreto - è punito con l'ergastolo.



Sull'ultima versione di Misseri a proposito delle fasi immediatamente precedenti l'omicidio e dell'uccisione della ragazza e sul coinvolgimento di Sabrina non ci sarebbero comunque per ora riscontri oggettivi.



«La chiamata in correità di Sabrina non è credibile perché Michele Misseri non è più attendibile: ha cambiato spesso versione. Di lui

non ci si può fidare», ha sottolineato il legale della cugina di Sarah Vito Russo che, insieme alla moglie, l'avvocatessa Emilia Velletri, difende Sabrina. «Probabilmente - ha aggiunto l'avvocato - gli è stato suggerito di adottare questa strategia per ottenere uno sconto di pena».



«Ci sono castelli in aria, orientatevi sulla strategia difensiva che si vuole attuare per Michele Misseri - ha poi detto ancora Russo - Perché Misseri dopo 50 giorni tira in ballo la figlia? Non è strano? Michele Misseri ha cambiato versione perché voleva far brancolare gli inquirenti nel buio». Russo ha proseguito rivolgendo ai giornalisti una domanda: «Per voi è un responso oggettivo la parola di una persona che ha cambiato più volte versione?».



«A quel che mi consta, l'unica fonte di contestazione per Sabrina è la confessione, ennesima e diversa dalle altre, di Michele Misseri, che tira in ballo la giovane per una lucida linea difensiva, tanto lucida che alla fine contrasta con la richiesta di perizia psichiatrica inizialmente valutata per Misseri e poi accantonata perchè risultata impopolare», ha insistito l'avvocato Velletri, polemizzando col difensore di Michele Misseri, Daniele Galoppa. «Dopo le censure mediatiche a proposito della richiesta di perizia psichiatrica, dopo le censure arrivate su Facebook - ha aggiunto - su internet, arrivate da tutt'Italia su questa strategia difensiva che avrebbe comportato anche un offuscamento della figura di chi proponeva questa strategia, si è cambiato totalmente. A tavolino si è cambiato totalmente tattica».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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