Sarah, al setaccio le parole di Sabrina
Il gip: come poteva non sapere?

Domenica 10 Ottobre 2010
Sarah Scazzi (destra) con la cugina Sabrina
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dal nostro inviato Nino Cirillo - AVETRANA (10 ottobre) - Finir come finir, perch questa storia prima o poi deve finire, ma intanto Sabrina continua a far notizia. Continua ad attirare tutti i dubbi che restano sulla fine della povera Sarah, proprio lei, la cugina preferita, quella che le aveva presentato l’amato Ivano, quelle che la portava con i grandi tutte le sere, la stessa Sabrina che nei 42 giorni delle ricerche s’è sempre sbattuta davanti a microfoni e taccuini perché si sbrigassero a ritrovare Sarah viva. Ma Sabrina giura, davanti alle telecamere del Tg5: lei e la sorella Valentina non c’entrano col delitto: «Non siamo complici - affermano - Noi non c’entriamo nulla. Volevamo andare al funerale ma ce lo hanno sconsigliato perché poteva esserci qualche esaltato. La madre di Concetta ci ha abbracciato e ci ha detto: so che non c’entrate niente».



E’ stato il gip Martino Rosati, nella sua ordinanza di convalida del fermo del padre assassino, a scagliare il sasso nello stagno: come poteva, Sabrina, non aver visto e sentito nulla? Anzi, come potevano non aver visto e sentito nulla lei e la madre Cosima, quel maledetto pomeriggio del 26 agosto, mentre a pochi metri da loro Michele Misseri attirava in trappola Sarah e la strangolava?



La lancette vanno e vengono, fra le 14.30 e le 14.42, ma non se ne viene a capo. Sabrina, tanto per cominciare, aspettava la cuginetta per andare al mare e avrebbe dovuto aspettarla in casa, come al solito. L’amica Mariangela, invece, interrogata a lungo ieri pomeriggio in Procura, sostiene che vide Sabrina già sulla strada, quindi fin quasi davanti alla cantina, «e molto agitata». L’orologio in quel momento faceva le 14.40, Sarah poteva essere già morta.



Cominciano a cercarla in macchina, Sabrina e Mariangela. Sabrina stranamente telefona solo al padre di Sarah e non anche alla madre, che avrebbe potuto sicuramente saperne di più. La madre la incontra di persona in vico Verdi e lì le dà all’allarme a voce, senza che possa risultare dai tabulati elefonici. E sempre lì cominciano davvero le ricerche.



Dai verbali vien fuori un altro particolare, agghiacciante. A un certo punto Concetta, la madre di Sarah si rivolge a Sabrina e le fa: «Di’ ai tuoi genitori che ci avvertano subito se Sarah arriva, noi continuiamo a cercarla». E Sabrina che risponde sicura: «Ma i miei non sono in casa...». Ecco, Michele Misseri e la moglie Cosima pochi minuti dopo le tre, almeno a sentire Sabrina, non sono in casa. E dove sono? E come fa lei ad esserne così sicura? E’ da una circostanza come questa che nascono i grossi dubbi del gip, è su passaggi come questi che stanno ancora lavorando gli investigatori.



Sembra quasi una questione per addetti ai lavori - perché ormai il padre Michele ha confessato, perché il povero corpo è stato recuperato, perché i funerali sono stati già celebrati - ma non lo è. E’ una di quelle questioni che spacca il paese, una di quelle verità che ogni bar, ogni spaccio d’alimentari vorrebbe in queste ore conoscere.



Con grande discrezione ma anche senza risparmio di energie, i carabinieri si stanno dedicando a questo. Ad esempio, sono state viste e riviste tutte le interviste rilasciate in 42 giorni sia da Sabrina Misseri sia dalla sorella più grande Valentina, e in queste interviste sono emerse versioni discordanti, contraddizioni che vale la pena approfondire.



Si sta soppesando di nuovo tutto il senso delle deposizioni rese dalla ragazza, quel suo insistere sulle amicizie di Sarah in paese, sugli innamoramenti estivi, su qualche ipotetica scappatella, sulla voglia di Sarah di fuggire al punto di segnare a uno a uno i giorni sul calendario. Come se si volesse accreditare tutt’altro scenario, come se si volesse assolutamente allontanare l’attenzione dalla cantina dell’orrore.

A un investigatore esperto Sabrina è sembrato un personaggio davvero speciale, una che detto sempre cose in grado di provare. Ma questo non vuol dire che le abbia dette tutte. Ad esempio, ha raccontato e riraccontato che lei quel pomeriggio telefonò cinque volte ad Ivano -Sarah s’era presa una gran cotta per lui- e infatti risultava dai tabulati, ma che Ivano non rispose. Perché riposava in casa, testimoniò la madre di Ivano, ma tanto bastò per alimentare una pista, per far pensare a un mistero.



Chissà come sarebbe andata a finire se Michele Misseri, padre di Sabrina, zio di Sarah, contadino sfiancato dalla fatica, a un certo non avesse più sopportato tutto il fardello di quell’orrore e avesse deciso di far trovare il famoso telefonino. Forse saremmo ancora qui, a parlare degli amori estivi della povera Sarah.
Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 01:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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