Palazzo di Londra, pm chiede 7 anni e 3 mesi di carcere per cardinale Becciu. Ecco le richieste per tutti i 10 imputati

Per i dieci imputati sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato richiesti complessivamente 73 anni e un mese di reclusione

Mercoledì 26 Luglio 2023 di Franca Giansoldati
Palazzo di Londra, pm chiede 7 anni e 3 mesi di carcere per cardinale Becciu. Ecco le richieste per tutti i 10 imputati

Città del Vaticano - Dopo più di sessanta udienze e un anno e mezzo di processo, il Promotore di GIustizia, Alessandro Diddi ha formulato davanti al Tribunale vaticano le richieste di pena per i dieci imputati coinvolti nella gestione e compravendita del Palazzo di Londra, costato al Vaticano una vera e propria emorragia finanziaria (tra i 139 e i 189 milioni di euro secondo il pm vaticano). La richiesta per il cardinale Angelo Becciu, all'epoca dei fatti Sostituto per la Segreteria di Stato e accusato per i reati di peculato, abuso d'ufficio, subornazione di teste, è di 7 anni e 3 mesi di reclusione, con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

A questo vanno aggiunti 11 mila euro di multa oltre a 14 milioni di euro di confisca sulla base del danno che secondo i magistrati avrebbe procurato.  Per monsignor Mauro Carlino, segretario del cardinale Becciu, la pena richiesta è di 5 anni e 4 mesi e una multa di 8 mila euro.

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Le richieste

Per il finanziere Enrico Crasso, già funzionario del Credit Suisse e punto di riferimento di tutti gli investimenti in Segreteria di Stato dagli anni Novanta in poi, sono stati chiesti 9 anni e 9 mesi, oltre a 18 mila euro di multa e 109 milioni di confisca. Tommaso Di Ruzza, ex dirigente dell'Aif, 4 anni e 3 mesi, Cecilia Marogna, la analista incaricata di facilitare la liberazione della suora colombiana rapita in Mali dai Jihadisti, 4 anni e 8 mesi, il finanziere Raffaele Mincione 11 anni e 5 mesi e 15 mila euro, Nicola Squillace 6 anni, Fabrizio Tirabassi 13 anni e 3 mesi, Gianluigi Torzi 7 anni e 6  mesi e Brulhart 3 anni e 8 mesi. 

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Il processo riprenderà a settembre con la parola alle difese. Il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone ha assicurato che la sentenza si avrà entro la fine di dicembre, sicuramente prima di Natale.

Il cardinale Angelo Becciu che stamattina non era in Aula, ha ribadito di essere a posto con la coscienza, di non avere mai sottratto un euro e di essere addolorato per la rappresentazione che si è fatta di lui. «Ciò che mi ha più ferito è stato che il Promotore di Giustizia non ha portato uno straccio di prova per suffragare le sue accuse, ma mi ha descritto in modo assolutamente deformante, finendo per sfregiare la mia figura di uomo e di prete. Respingo con sdegno e ribrezzo le frasi insinuanti e offensive sulla mia vita sacerdotale e di servitore del Papa! Non può un uomo che si vanta di operare a nome del Papa cadere in simili bassezze! È una pagina dolorosa non solo per me e la mia famiglia, coinvolta ingiustamente, ma per la stessa Chiesa: a essere traditi sono l'intento con il quale si è dato avvio a questo procedimento e il modo con cui i Sacri Canoni definiscono il ruolo del Promotore di Giustizia, ovvero ricercare effettivamente la verità e la giustizia, rallegrandosi anche quando si trova evidenza dell'innocenza dell'imputato. Sono dolente di doverlo affermare, ma questo non è avvenuto! Non so davvero come sia stato possibile tentare di stampellare iniziali accuse di colpevolezza dopo tutto quello che il processo ha dimostrato. Spero che tutta questa sofferenza finirà presto».

I legali del cardinale hanno ripetuto che le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato «l'assoluta innocenza del cardinale» per l'operazione relativa al Palazzo di Londra. Per gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione i teoremi sono stati «clamorosamente smentiti in dibattimento, il Promotore di Giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell'assoluta innocenza e l'assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza».

A difesa del cardinale è intervenuto anche il vescovo Corrado Melis, della Diocesi di Ozieri amareggiato per la vicenda ribadendo che Becciu non ha mai interferito nella gestione della diocesi sarda «né sul piano strettamente amministrativo, né per ricercare favori o benefici a vantaggio personale di terzi, tanto meno di suoi familiari».  

Ultimo aggiornamento: 14:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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