La speleologa Ottavia Piana, bloccata da due giorni in una grotta a 150 metri di profondità in provincia di Bergamo, dovrebbe uscire dalla grotta Bueno Fonteno intorno a mezzogiorno.
Cosa è successo
L'allarme era scattato domenica pomeriggio dopo che uno dei colleghi della donna era uscito dalla grotta, dove i cellulari non hanno campo, e ha raggiunto l'abitato di Fonteno per chiedere aiuto. Il tratto interessato, fa sapere il Soccorso Alpino, «presenta una morfologia complessa e ancora in esplorazione».
L'incidente
L’incidente risale a domenica pomeriggio, poco prima dell’ora (le 18) in cui i due compagni che sono subito risaliti in superficie hanno fatto la prima chiamata ai soccorsi, mentre gli altri due, come da prassi, sono rimasti sottoterra con la ferita. I medici per tutta la giornata sono stati ottimisti sulle sue condizioni di salute, a parte il dolore forte per quella che sarebbe un’importante contusione, ma nulla di più. Al campo sportivo di Fonteno, dove è stata allestita la base dei soccorritori, si è recata ripetutamente anche la madre di Piana con il volto preoccupato nonostante le rassicurazioni di tutti. «È una forte, l’Ottavia», le dicono. Lei di parlare non se la sente in questo momento e resta in silenzio.
In campo, sono scesi sessanta uomini, oltre che della IX delegazione del Soccorso alpino e speleologico lombardo, da Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige e perfino dalla martoriata Emilia Romagna.