Killer evaso, dai manicomi al carcere quattro condanne e sei fughe

Venerdì 20 Dicembre 2013 di Cristiana Mangani
Killer evaso, dai manicomi al carcere quattro condanne e sei fughe
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Pi che un percorso di recupero, quello di Bartolomeo Gagliano sembra soprattutto il rifiuto della detenzione in carcere. Dal momento in cui l’uomo, 56 anni, originario di Nicosia, in provincia di Enna, si imbatte nella giustizia, riesce a darsela gambe per ben cinque volte. Sei, con l’episodio di tre giorni fa. La polizia di Savona lo arresta la prima volta per omicidio il 16 gennaio del 1981. Si capisce subito che la sua mente non è lucida: viene condannato a otto anni di manicomio criminale. Fa il suo ingresso nell’ospedale psichiatrico di Aversa il 2 luglio dell’83, viene trasferito a Montelupo Fiorentino e il 12 gennaio dell’89 evade per la prima volta: anche in quel caso non rientra da un permesso premio. Nuovo arresto, nuova licenza nel ’91, nuova fuga.



LA STORIA SI RIPETE

La sua libertà dura sempre poco, questa volta ad arrestarlo ci pensa la polizia stradale, mentre al suo curriculum giudiziario viene aggiunta una nuova e lunga lista di reati. Gagliano continua a cambiare destinazione, ma la sua abitudine di non far rientro in ospedale giudiziario si ripete: altra licenza, altra evasione il 30 gennaio del ’94. Nel ’98 la parentesi negli Opg si conclude. Un magistrato di sorveglianza decide che Gagliano può essere scarcerato «per dichiarata cessata pericolosità sociale». La sua vita, però, sembra ormai segnata, perché rifinisce in carcere nel 2005 per rapina aggravata. Questa volta viene portato alla Casa circondariale di Savona e quindi a Genova. Poi è ancora Torino, Santa Maria Capua Vetere e di nuovo l’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia.



LA NUOVA SCARCERAZIONE

Il 6 dicembre del 2005 viene condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione e altri sei mesi di casa di cura. Viene scarcerato nel 2006. Rifinisce in carcere nello stesso anno ad agosto per concorso in estorsione per il quale si ritrova l’ennesima condanna a sei anni e 8 mesi di reclusione con fine pena provvisorio a giugno del 2013. Dopo vari trasferimenti gli viene concesso un permesso premio, ma anche questa volta non torna ed è la quarta evasione. Due anni fa un provvedimento di cumulo di pene lo condanna a 11 anni e 20 mesi di reclusione, oltre a sei mesi in casa di cura.



Sarebbe dovuto uscire il 15 aprile del 2015. I premi comunque non gli mancano: quattro gli vengono dati per necessità, per visitare la madre anziana che vive a Savona. A questi si aggiunge un permesso di nove ore ad agosto scorso, dal quale è rientrato regolarmente. E si arriva all’ultimo beneficio di due giorni a partire dal 15 dicembre scorso, durante il quale ha fatto nuovamente perdere le sue tracce. Per concedere questi due giorni sono stati sentiti i pareri del direttore della Casa circondariale. Il magistrato di sorveglianza, Daniela Verrina, ha poi sentito lo psichiatra che ha definito Gagliano «vigile, lucido e orientato nei parametri di realtà».



Già a luglio, il giudice di Sorveglianza aveva chiesto «di attivare, anche per il tramite degli psichiatri, una presa in carico del soggetto, sin dall’eventuale fruizione dei permessi premiali, sì da poter accompagnare e sostenere questo primo momento di ripresa di contatto con l’esterno, al tempo stesso monitorando le condizioni psichiche del soggetto ai fini della prevenzione di nuovi illeciti». Il 21 novembre l’istanza viene accolta, il 15 dicembre Gagliano fa perdere le sue tracce.
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