Giovanna Pedretti, chi è la figlia Fiorina D'Avino che ha attaccato Selvaggia Lucarelli. Il lavoro in pizzeria, la morte della mamma e lo sfogo

La donna lavora nella pizzeria Le Vignole della mamma

Martedì 16 Gennaio 2024
Giovanna Pedretti, chi è la figlia Fiorina D'Avino che ha attaccato Selvaggia Lucarelli. Dal lavoro in pizzeria allo sfogo dopo la morte della mamma

«L'accanirsi è pericoloso. Grazie cara 'signora' per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima». Fiorina D'Avino è la figlia di Giovanna Pedretti e la signora tra virgolette a cui si rivolge su Instagram è Selvaggia Lucarelli, la blogger che ha definito «chiaramente falso al primo sguardo» il post che ha portato tutti i giornali a raccontare la storia della ristoratrice trovata morta ieri.

La donna lavora nella pizzeria Le Vignole della mamma. 

La recensione dubbia

Lorenzo Biagiarelli e la sua compagna Selvaggia Lucarelli avevano evidenziato tutte le incongruenze tecniche del post che ha reso celebre Giovanna Pedretti che, in breve tempo, in rete è diventata una «truffatrice» in cerca di celebrità o di un qualche ritorno economico. Ma il piccolo ristorante da 13 tavoli non aveva bisogno di pubblicità visto che era sempre pieno e le indagini hanno già escluso qualsiasi difficoltà economica per una famiglia conosciuta e benvoluta in paese dove, prima della pizzeria, gestiva una tabaccheria.

Le minacce a Selvaggia Lucarelli

«So dove abiti, guardati le spalle perché hai le ore contate. Ti accoltello quando meno te lo aspetti. Non è uno scherzo»: questo è uno dei messaggi arrivati a Selvaggia Lucarelli che lei ha ripostato nelle sue storie di Instagram. Si tratta di minacce e insulti da parte di persone, anonime, che la incolpano della morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo lodigiano trovata morta nel Lambro dopo che era finita nelle polemiche per una recensione al suo locale ritenuta falsa. «Ovviamente nel caso dovesse succedere qualcosa (non a me, ripeto, io sono forte) diamo la colpa ai social, non ai giornali - ha scritto - Volevo rasserenare il direttore di Repubblica, Salvini etc... Naturalmente io sono navigata e mi prendo tutto, spero lo sia altrettanto l'altra persona. Tra l'altro non ho ben capito. Oggi Repubblica scrive che io e Lorenzo ogni giorno brindiamo decidendo chi sputtanare. Abbiamo una rubrica insieme? Lavoriamo insieme? Bah. Però avanti così. Funziona!».

Le ultime ore di Giovanna Pedretti

Per quella recensione da cui tutto è partito, Giovanna Pedretti era stata anche sentita nell'ufficio di polizia giudiziaria, dove si ipotizzava il reato di istigazione all'odio, ma ora la Procura sta cercando di ricostruire tutto quello che è successo fino a quando è stata trovata morta sulla sponda del Lambro. Il procuratore della Repubblica di Lodi Maurizio Romanelli ha deciso di non dissequestrare la Panda a bordo della quale Giovanna sarebbe arrivata sola: su quel veicolo, trovato pieno di sangue, sono in corso indagini approfondite dei carabinieri del Comando provinciale di Lodi mentre il fascicolo in Procura è stato aperto, per ora, senza ipotesi di reato nè indagati. Familiari e amici saranno sentiti presto come testimoni ed è già certo che chiederanno conto di come è stata trattata la loro cara a livello mediatico, convinti che Giovanna non avesse alcun motivo per togliersi la vita prima della tempesta social degli ultimi giorni.

Le verifiche di Google

I carabinieri indagano per risalire all'identità del computer o dello smartphone dal quale è partita la recensione online di un cliente della pizzeria Le Vignole di Sant'Angelo Lodigiano che si sarebbe lamentato per aver mangiato nel locale con a fianco due gay e un ragazzo disabile. La titolare della pizzeria, Giovanna Pedretti, 59anni, trovata poi morta nel fiume Lambro, aveva risposto a quelle parole e poi era stata accusata sui social di aver inventato tutto solo per farsi pubblicità. I militari chiederanno a Google una risposta per chiarire ogni dubbio - la donna non ha lasciato biglietti di addio - nell'inchiesta della Procura di Lodi che ora procede per istigazione al suicidio, ipotesi che consentirà oggi e nei prossimi giorni gli approfondimenti e gli accertamenti tecnici necessari. Le indagini procedono anche per chiarire ogni aspetto di quando accaduto domenica mattina quando la donna, dopo essere uscita di casa in auto all'alba, si sarebbe tagliata le vene dei polsi per poi gettarsi nelle acque del Lambro. Sulla pista del suicidio, infatti, non sembrano più esserci dubbi.

La cugina: «È stata bastonata»

«Il ristorante era sì la sua vita, è stata bastonata». Parla Angela Giulia, cugina di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata morta due giorni fa. «Era molto docile - spiega - molto buona e anche tutta la famiglia è così. Sempre disponibili. È stata bastonata - dice parlando ancora di Giovanna - ma per che cosa, poi? Per delle stupidaggini. C'è chi fa peggio, molto peggio. Però portare una persona al suicidio per certe stronzate ...». «C'è chi poteva stare zitto - aggiunge -: guardassero una volta in casa loro».

Chi ha scritto quella recensione?

Ora si indaga per istigazione al suicidio. E' stato aperto un fascicolo contro ignoti e si punta ad appurare, con le necessarie verifiche tecniche su Google, non solo se quella recensione fosse effettivamente fasulla ma soprattutto chi l'abbia scritta. Sono stati i famigliari della donna? E' stata un'idea di Giovanna, del marito e della figlia o davvero lei non ne sapeva nulla?

Ultimo aggiornamento: 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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