Da giorni aveva comunicato la propria volontà ai legali di non presentare ricorso in Cassazione contro la condanna all'ergastolo. E nessun ripensamento è stato mai formalizzato neanche nelle ultime ore. E cosi oggi, scaduti i termini, la condanna all'ergastolo è definitiva per Antonio De Marco, lo studente 23enne reo confesso di avere ucciso il 21 settembre del 2020 l'arbitro leccese Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta con 79 coltellate perché - ammise - «erano felici».
L'omicidio dei due fidanzati «perché felici»
Il duplice omicidio dei due fidanzati avvenne, invece, quasi tre anni fa sul pianerottolo della casa di via Montello a Lecce dove lo stesso giorno Daniele De Santis ed Eleonora Manta erano andati a vivere insieme da soli. Nella stessa casa che per mesi avevano condiviso con il loro assassino. E secondo quanto accertato durante le indagini il duplice delitto era stato organizzato da tempo.
In alcune pagine di un suo diario, un mese prima della strage De Marco aveva scritto: «Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino. Ho pensato che, a differenza mia, gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo... voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui, quando andrò via, potrò uccidere Daniele... mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza». In uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna all' ergastolo del 7 giugno del 2022 i giudici della Corte d'Assise di Lecce scrivevano che «Antonio De Marco era perfettamente lucido e orientato, in grado di percepire correttamente la realtà. Scelse di uccidere con estrema lucidità, scegliendo di allearsi con il male».