Antonio Cassano, arrestato il fratellastro: chi è il tiktoker "Giovanni u curt'" a capo di una banda di rapinatori a Bari

Le accuse: associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione, tentata rapina in abitazione, furti di e su auto, ricettazione, falso e violazione della sorveglianza speciale

Mercoledì 17 Gennaio 2024
Antonio Cassano, arrestato il fratellastro: chi è il tiktoker "Giovanni u curt'" a capo di una banda di rapinatori a Bari

Associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione, tentata rapina in abitazione, furti di e su auto, ricettazione, falso e violazione della sorveglianza speciale.

Sono questi i reati contestati ad otto persone raggiunte questa mattina da un'ordinanza di custodia cautelare (tre sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari) emessa dal gip di Bari su richiesta della Procura ed eseguita dai carabinieri. I reati sarebbero stati commessi tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani. Tra gli arrestati, anche Giovanni Cassano, fratellastro dell'ex calciatore Antonio Cassano. L'uomo, già detenuto per altra causa a Taranto, sarebbe stato a capo della banda di malviventi. Su TikTok pubblica diversi video con lo pseudonimo "Giovanni u curt'".

L'indagine

L'indagine trae origine da eventi denunciati nei mesi di novembre e dicembre 2020 nei comuni di barese di Castellana Grotte e Conversano, gli inquirenti hanno ricostruito come gli indagati fossero abili nell'acquisire informazioni sulle abitudini di vita e sulle disponibilità economiche delle vittime (anche tramite pedinamenti e appostamenti) prima di tentare e portare a segno i colpi.

La struttura criminale, secondo i carabinieri, era «incline all'uso di minacce e violenza alla persona, con l'unico proposito di appropriarsi di ingenti quantitativi di danaro ed oggetti di valore che le vittime custodivano all'interno delle casseforti installate nelle proprie abitazioni, scardinate con l'impiego della fiamma ossidrica».

Gli indagati usavano anche auto di grossa cilindrata rubate, radio ricetrasmittenti e disturbatori di frequenza, flessibili e altri attrezzi da taglio e scasso.Secondo quanto ricostruito, gli indagati usavano sia chiavi sottratte alle vittime che quelle riprodotte con l'aiuto del titolare di un negozio di ferramenta di Bari, al quale venivano fornite le foto delle chiavi da duplicare.

Furti con parrucche da donna

Ma l'associazione poteva contare anche sull'aiuto di operatori compiacenti di un'agenzia di pratiche automobilistiche di Triggiano (Bari), con la quale accedevano illecitamente alla banca dati per la visura delle targhe. Il titolare della ferramenta e il titolare dell'agenzia sono indagati a piede libero. Gli indagati, durante i furti, «erano soliti indossare parrucche da donna, cappellini, mascherine e passamontagna", scrivono ancora i carabinieri, "rendendo difficoltosa l'identificazione».

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 13:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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