Stefania, baby squillo per ripicca
«Non lo faccio per soldi, mi va»

Lunedì 20 Gennaio 2014 di Michela Allegri
Stefania, baby squillo per ripicca «Non lo faccio per soldi, mi va»
2
Non lo faccio per le borse. Non mi frega delle scarpe, degli abiti griffati, lo voglio fare e basta: non per condurre una vita di lusso che Stefania, il nome di fantasia, aveva accettato di prostituirsi.

Ai magistrati che la sentono con l’assistenza di una psicologa, la studentessa romana di 16 anni, parla della sua rabbia, del suo disagio adolescenziale. Sembra arrabbiata con il mondo, vuole crescere in fretta e ribellarsi a tutti: agli assistenti sociali che la seguono, alla mamma che si è accorta delle brutte compagnie che frequenta, ai familiari che, forse, la vorrebbero diversa e che, comunque, vogliono vederci chiaro. Nelle scorse settimane l’adolescente è stata ascoltata dai pm prima di decidere di presentare richiesta d’arresto per Glauco Guidotti, 55 anni, residente a Capena, finito in carcere con l’accusa di aver convinto Stefania a diventare una baby squillo.



Ora, Guidotti è indagato per induzione e sfruttamento della prostituzione, di minorenni e di maggiorenni.



IL GIRO DI PROSTITUZIONE

Perché Stefania non è l'unica a essere finita nella rete del cinquantenne: dagli accertamenti diretti dal pm Antonio Calaresu e dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, sono emerse almeno altre tre ragazze sfruttate. Sono maggiorenni, e come la liceale si erano lasciate abbagliare dalle false promesse di Giudotti, che si spacciava per manager di modelle e assicurava guadagni facili e un futuro nel mondo dello spettacolo. Entrare nel giro era semplice: bastava pubblicare fotografie senza veli sul sito “Bakecaincontri”, e accettare appuntamenti con uomini facoltosi. Sono stati gli agenti della Squadra mobile di Renato Cortese a scoprire quella ragnatela di bugie e di inganni. Anche se Guidotti è stato incastrato quasi per caso. Era partito tutto da Stefania. La scorsa estate, gli assistenti sociali e la madre si erano accorti che qualcosa non andava: la ragazzina aveva un atteggiamento strano, frequentava brutte compagnie e il suo portafoglio era sempre pieno di soldi. Temevano fosse finita in un giro di droga. Così, erano partiti i controlli. Nel giro di poco tempo due conoscenti dell'adolescente erano stati fermati e denunciati a piede libero dagli agenti del commissariato Monteverde: li avevano pizzicati mentre cedevano stupefacenti alla sedicenne. Le indagini erano proseguite: da intercettazioni e pedinamenti, era spuntato il nome di Guidotti. Il cinquantacinquenne di Capena, sul web, si spacciava per agente di aspiranti modelle. In realtà, gestiva un giro di prostituzione. Erano le ragazze a contattarlo, attirate dalla possibilità di diventare ricche e famose.



IL MEDIATORE

Nel caso di Stefania, però, le cose sarebbero andate diversamente: tra la minorenne e Guidotti ci sarebbe stato un mediatore, forse un'amica più grande che, finita nella rete del falso manager, avrebbe coinvolto anche la ragazzina. E che ora sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati. Sarebbe stata lei a raccogliere gli sfoghi della sedicenne. Non cercava soldi, ma voleva sfogare la sua rabbia e l’ha fatto nel peggiore dei modi, rischiando di rovinarsi la vita. Potrebbe esserci stato un atto di ribellione, magari dopo un rimprovero dei genitori, dietro la decisione di inviare foto osè a quel manager che le prometteva la notorietà, e che poi l'ha convinta a lasciarsi accarezzare da uomini molto più anziani di lei, professionisti della Roma bene che gli inquirenti ora stanno identificando. Una sfilza di dirigenti d'azienda e commercianti, che incontravano Stefania in macchina, in casa e a volte in piccole pensioni.
Ultimo aggiornamento: 15:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci