Migranti, sbarchi record di irregolari: «Mai così tanti dal 2016». La rotta verso l’Italia resta la più affollata

I dati di Frontex sui flussi verso l’Europa. L’aumento maggiore dall’Africa occidentale

Lunedì 11 Dicembre 2023 di Valentina Errante
Migranti, sbarchi record di irregolari: «Mai così tanti dal 2016». La rotta verso l’Italia resta la più affollata

Un record che non si vedeva da anni, dal 2016. Nei primi undici mesi del 2023 nell’Unione europea sono stati registrati 355.300 arrivi di migranti irregolari, il valore più alto registrato degli ultimi sette anni. A comunicarlo è Frontex, sottolineando che gli attraversamenti irregolari delle frontiere Ue registrati da gennaio alla fine di novembre hanno già superato l’intero totale del 2022.

Il Mediterraneo centrale resta la rotta migratoria più trafficata, con oltre 152mila rilevamenti segnalati dalle autorità nazionali finora, anche in questo caso il dato più alto dal 2016. Tuttavia, il numero di rilevamenti su base mensile, a novembre, è sceso del 24%, forse anche per il mal tempo, arrivando a quasi 7.900 arrivi. Nel periodo gennaio-novembre, la rotta dei Balcani occidentali ha registrato il calo annuale maggiore tra le principali rotte migratorie, con un numero di rilevamenti di irregolari sceso del 28% a 98.600, ha specificato Frontex.

L’AFRICA OCCIDENTALE

Tra gennaio e novembre, sottolinea l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, la rotta dell’Africa occidentale ha registrato il maggiore aumento nel numero di attraversamenti irregolari, che sono raddoppiati arrivando a oltre 32.400. Questo aumento senza precedenti è il più alto da quando Frontex ha iniziato a raccogliere dati nel 2009. Il numero di arrivi a novembre sulla rotta è balzato di oltre il 500% rispetto allo stesso mese del 2022 raggiungendo quota 4.700. Anche la rotta del Mediterraneo orientale è rimasta attiva, registrando nei primi undici mesi un aumento di quasi il 50% rispetto a un anno fa, raggiungendo quasi 52.600 rilevamenti. 

È invece l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Onu) a ribadire che la rotta mediterranea è la più pericolosa. «Le traversate marittime continuano ad essere piene di pericoli per le persone che intraprendono la migrazione irregolare», sottolinea Frontex, riportando i dati Oim, che indicano come quest’anno siano state segnalate 2.511 persone scomparse nel Mediterraneo. La stragrande maggioranza delle vittime stava navigando lungo la pericolosa rotta del Mediterraneo centrale.

In Italia gli sbarchi registrati dal 1 gennaio all’11 dicembre sono stati 153.126, praticamente il totale degli arrivi europei attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Un picco rispetto ai 98.126 dello stesso periodo dell’anno precedente e ai 63.062 del 2021. Il mese più intenso è stato agosto con 25.673 presenze. Il maggior numero di sbarchi riguarda cittadini della Guinea (18.164) seguiti dai tunisini che sono stati finora 17.081.

ARRIVI PROGRAMMATI

Oggi invece è il giorno del “click day” per l’arrivo in Italia di 82.550 lavoratori stagionali extracomunitari regolari previsti dal nuovo Dpcm triennale del 27 settembre 2023 per la programmazione transitoria dei flussi 2023-2025, che riserva 40mila unità ai nulla osta presentati dalle associazioni firmatarie del protocollo di agosto 2022. Lo ha reso noto la Coldiretti che ha sottolineato come il nuovo appuntamento riguardi soprattutto lavori stagionali nei settori agricolo e turistico-alberghiero e faccia seguito a quello per colf e badanti del 4 dicembre scorso. Secondo l’analisi della Coldiretti, che ha collaborato al dossier statistico immigrazione curato dal Centro studi e ricerche Idos, quasi un terzo del Made in Italy a tavola, a livello nazionale, viene prodotto nei campi e nelle stalle da migranti che hanno trovato regolarmente un’occupazione nell’agricoltura, fornendo il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore nel 2022.

La comunità di lavoratori agricoli extracomunitari più presenti in Italia è quella degli indiani, seguita dai marocchini che precedono albanesi, senegalesi, pachistani, tunisini, nigeriani e macedoni. Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri paesi, perfettamente integrati, che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno spesso nella stessa azienda.

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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