Tutti nello stesso palazzo, ma tutti in video-collegamento da una stanza diversa: la quotidiana conferenza stampa a Palazzo Lombardia è la dimostrazione visiva dell'ennesima difficoltà dovuta dalla diffusione del coronavirus in una regione che conta ormai oltre 1.250 positivi.
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«Non siamo preoccupati, stiamo tutti bene e siamo estremamente concentrati sul nostro lavoro, e dalle nostre facce si vede che è molto intenso. La luce del sole la vediamo poco», la rassicurazione dell'assessore al Welfare Giulio Gallera, che ha subito annullato la visita prevista in giornata a Lodi, Cremona e nella zona rossa e per la seconda volta si è sottoposto al tampone. «Sto riposando e sono assolutamente tranquillo», ha detto Mattinzoli che ha poi inviato un messaggio ai suoi colleghi spiegando che «l'intenzione di prenderla non ce l'avevo proprio. Mi è capitato, si vede che dovevo finire in bellezza questo periodo con un'altra sfiga e adesso spero di chiudere qui». «So che presto tornerà con noi a combattere insieme questa battaglia», ha detto il governatore Attilio Fontana, prima di annunciare la guarigione della dipendente della Regione che ha causato il suo auto-isolamento: «Sta per essere dimessa e tornerà a casa sua». Dimessi anche due pazienti della zona rossa ricoverati al Sacco, «un'ottima notizia» ha commentato Gallera che ha però dato conto di altri 7 decessi (con il totale che è salito quindi a 38), sempre di persone in età molto avanzata e con altre patologie.
Resta infatti quella lombarda la zona più colpita dall'emergenza: nei prossimi giorni arriverà il ministro della Salute Roberto Speranza, mercoledì ci sarà una video conferenza con il premier Giuseppe Conte e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha dato la disponibilità per inviare il personale medico militare in una regione dove c'è una mobilitazione e uno sforzo collettivo che, come spiega Fontana, va oltre l'«umana immaginazione». Tra ospedali sotto stress, i 10 Comuni della zona rossa paralizzati e tante aziende in difficoltà, ci sono anche musei e biblioteche che riaprono a Milano, dove da stamattina il suo monumento simbolo, cioè il Duomo, è tornato visitabile anche se con tutta la cautela imposta dagli ingressi contingentati. Bisogna fare «il possibile perché gli animi e le volontà dei milanesi non si lascino prendere da uno sconforto e da un timore che blocchino oltre il dovuto l'energia della nostra città», l'appello del sindaco Giuseppe Sala. «Ritorneremmo ad essere efficienti, belli e capaci come lo siamo stati fino a una settimana fa», la certezza di Fontana.