Seconda vittima in Polesine, stavolta è un novantenne di Occhiobello

Domenica 22 Marzo 2020 di Roberta Paulon
Un reparto di terapia intensiva

ROVIGO  -Si apre con due notizie il bollettino Coronavirus di sabato 21 marzo, una positiva e una negativa: una persona dichiarata guarita e un decesso, il secondo in Polesine. È deceduto un uomo di 90 anni di Occhiobello. I contagi crescono in percentuale intorno al 10%: in valore assoluto abbiamo un contagiato ogni 3.000 persone in Polesine, a fronte di una persona ogni mille nella zona di Treviso. Il bollettino regionale parla di 4.617 persone con tampone positivo, 380 nuove rispetto al bollettino precedente, 942 ricoverati dei quali 249 in terapia intensiva.
IN CRESCITA
«Il virus continua a crescere – esordisce il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella nel bollettino ormai quotidiano - L’unico vaccino efficace ad oggi è stare a casa». Segue il conteggio. In Polesine, ieri, si è avuto il riscontro di 2 nuovi casi positivi, su tamponi del giorno 19 fatti a persone già in isolamento domiciliare. Si tratta di uomo di Adria del 1957 che per lavoro si è spesso spostato in provincia di Padova. Si era auto-isolato da diversi giorni e il tampone è stato effettuato dopo che aveva iniziato a presentare modesta sintomatologia. Il secondo contagio riscontrato è di una ragazza del 1994 di Rovigo, «a testimonianza che il virus non guarda la carta d’identità» aggiunge Compostella anche per mettere in guardia i giovani che si sentono meno a rischio. La 25enne lavora in una struttura del Padovano vicina a Vo’ ed è probabile che abbia contratto là il virus. È in isolamento domiciliare e ora la ditta per la quale lavora è stata sottoposta ai protocolli previsti. La terza persona guarita, un ragazzo giovane che era stato uno dei primi casi positivi, è risultata negativa a più tamponi effettuati dopo la cessazione dei sintomi. Il bilancio sale quindi a 70 casi positivi in provincia di Rovigo.
I TAMPONI ESEGUITI
Finora circa 500 polesani hanno eseguito il tampone: di questi sono 70 i positivi, mentre in quarantena sono più di 500. «Fondamentale il lavoro di ricerca dei contatti, i dati dei contagiati ci suggeriscono che stiamo lavorando nel modo giusto rintracciando i collegamenti sociali. Va dato atto all’Ufficio igiene e sanità pubblica che lavora giorno e notte dello sforzo e del successo di questa strategia» afferma Compostella. Per quanto riguarda le condizioni di salute dei pazienti positivi, sui 70 casi sono 17 i ricoverati, 4 nel reparto di malattie infettive con sintomi modesti, 10 in terapia semi-intensiva e 3 in terapia intensiva a Trecenta.
I RICOVERI
«Le persone in terapia semi-intensiva non sono intubate ma hanno un supporto per la respirazione perché presentano i sintomi della polmonite interstiziale e con il supporto alla respirazione siamo in grado di esercitare una pressione positiva per far sì che gli alveoli scambino ossigeno», spiega Compostella. Il sistema ospedaliero, ad oggi, sta reggendo. «Abbiamo 20 posti a disposizione di terapia semi-intensiva con 10 posti occupati. Abbiamo 3 letti su 10 occupati a Trecenta, ma ci sono altri 19 posti-letto pronti in caso di necessità. Stiamo recuperando altre macchine», assicura Compostella. L’ulteriore dato emerso ieri è che non c’è più un criterio territoriale: l’Ulss informa che «ci concentriamo sul tracciamento dei contatti sociali. Dal punto di vista dell’assistenza, informiamo ogni giorno i sindaci delle persone in isolamento perché si facciano carico di eventuali necessità, come la consegna della spesa a casa, mentre di tutto il resto delle attività legate al monitoraggio di salute, eventuale tampone o ricovero ci occupiamo noi. Le forze dell’ordine aiutano a sorvegliare nel caso in cui si verifichino comportamenti scellerati da parte delle persone in isolamento che dovessero uscire», come si è verificato venerdì nella vicina Solesino con un’intera famiglia uscita di casa mentre avrebbe dovuto essere in quarantena.
Venerdì con i sindaci, in videoconferenza, l’Ulss ha affrontato il tema della sanificazione delle strade: «Non abbiamo dati che stabiliscano che sanificare le strade porti a una significativa riduzione dei contagi, ma sicuramente è una cosa paragonabile a lavarsi le mani.

Dato che ci sono molti Comuni polesani persuasi a fare la pulizia, abbiamo dato indicazione dei prodotti che servono per la disinfezione poi si coordineranno i sindaci tra di loro», ha concluso il direttore.

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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