Gay Pride contestato, la replica del prete: «Fanatici ottusi»

Sabato 22 Giugno 2019 di Mauro Favaro
Il corteo del Gay Pride di tre anni fa a Treviso: fra una settimana l'evento tornerà in città
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Altro che veri cristiani, sono solo «fanatici ottusi, molti dei quali vicini a movimenti fascisti». Non le manda a dire don Paolo Pigozzo, parroco 47enne della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice della Chiesa Votiva. Non condivide affatto le motivazioni alla base della processione organizzata per domani pomeriggio, da via Roma a piazza dei Signori, dal movimento “Con Cristo per la vita” per riparare “allo scandalo di eventi come il Gay Pride”, in programma a Treviso per sabato prossimo. E per metterlo in chiaro ha scritto ai Sentinelli di Milano, associazione che si batte per la difesa dei diritti degli omosessuali. 
 
IL DISTACCO
«Quei foglietti (quelli della processione “riparatrice”, ndr) non riportano la proposta della Diocesi né delle parrocchie di Treviso. Anzi, il vescovo ha vietato quella messa e chiesto di non fare la processione, attirandosi offese e maledizioni». Il riferimento è al “niet” di Gianfranco Agostino Gardin alla richiesta del movimento “Con Cristo per la vita” di celebrare una messa nella chiesetta degli Oblati, vicino alla stazione, prima della partenza della processione. Una decisione, questa, che ha scatenato le ire degli oltranzisti: «Per quanto si cerchino confronto e pacatezza, fan sempre più notizia questi fanatici ottusi, non avete idea quanto sia difficile cercare di essere serenamente dialoganti, venendo violentemente tacciati come traditori dei veri valori e della nostra missione. Loro si pensano allo stesso tempo veri difensori della fede». Il parroco ha tentato un confronto diretto. Ma senza troppo successo: «Quando ho obiettato a uno di loro che forse si doveva pregare per le tante vittime morte in mare o riparare i tanti traffici di armi del nostro popolo italiano, mi sono sentito rispondere che i morti potevano starsene a casa e che le armi sono servite anche per fare guerre giuste. Purtroppo abbiamo a che fare anche con “cristiani” di tale levatura». 
LA RISPOSTA
Il messaggio di don Paolo è stato accolto nel migliore dei modi dai Sentinelli: «Ci ha fatto immensamente piacere, lo ringraziamo e gli mandiamo il nostro abbraccio solidale». Anche gli operatori di strada delle parrocchie di Treviso si sono schierati con il parroco della Chiesa Votiva: «Condividiamo ogni parola di don Paolo e lo ringraziamo di esserci sempre accanto, come noi lo siamo a lui». Il Pride sarà 29 giugno e, come preannunciato, andrà in scena senza il patrocinio del Comune di Treviso. «L’amministrazione non lo concederà, così come a nessuna manifestazione o contromanifestazione sul tema» specifica il sindaco Mario Conte. Che aggiunge: «Pur rispettando le idee, le sensibilità e il diritto di manifestazione del pensiero, riteniamo opportuno perseguire una linea di equilibrio e terzietà rispetto a simili iniziative». 
 
Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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