Tre bianchi e un nero sul podio: cartolina
contro il razzismo dagli atleti sudafricani

Sabato 4 Agosto 2012 di Edoardo Pittalis
L'equipaggio sudafricano che ha vinto l'oro nel 4 senza
VENEZIA - Differenze sul podio. I nordcoreani salgono sul gradino pi alto soltanto per merito del dittatore da poco defunto e certo gi sugli altari. “Sollevo pesi grazie a Kim”, ha detto un freschissimo olimpionico. Ma quali palestra e allenamento! I sudafricani salgono come in una fotografia nella quale manca, perché è rimasto a casa, soltanto Mandela: tre bianchi e un nero per la medaglia nel 4 senza di canottaggio. Una cartolina da far girare per spiegare come si può battere il razzismo. Appena nel 1976 a Montreal l’Africa intera boicottava i Giochi per protestare contro l’apartheid. L’Olimpiade perse un cerchio e seguirono i boicottaggi di Mosca e Los Angeles.



Le italiane del fioretto che vincono cantano a squarciagola l’inno nazionale (le donne lo fanno con più passione) e sfilano portando a passo di balletto la bandiera tricolore. Hanno battuto le russe con una superiorità quasi imbarazzante, ma non hanno mai peccato di stupida presunzione. Banale, al contrario, il commento su Rai2, frasi fatte: “Morde durissimo… Non c’è pietà… La mano è sempre calda… Andiamo a prendere questa medaglia”. Dopo aver speso qualcosa come venti aggettivi di fila, l’esausto telecronista conclude: “Non ci sono aggettivi per definire queste ragazze”.



Non solo medaglie. La schiacciatrice azzurra Antonella Del Core (il cognome qualche volta spiega) dopo la vittoria sul Giappone è corsa in tribuna ad abbracciare il fidanzato che ha sfilato da qualche parte uno dei cinque cerchi olimpici e lo ha offerto come una proposta di matrimonio. Vanessa Ferrari, la nostra ginnasta più forte, ha un problema in attesa della finale: verrà a Londra il “moroso” e lei non ha biglietti. Ha chiesto aiuto ai cronisti. Da Rai2 sono già arrivati due aggettivi.
Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 16:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA