Totoministri: Graziano Delrio
terzo incomodo per il Tesoro.
Leggilo su "Gazzettino Digital"

Giovedì 20 Febbraio 2014
Graziano Delrio (foto archivio)
ROMA - Passi avanti ma non ancora definitivi sulla lista dei ministri che il premier incaricato Matteo Renzi porterà al Capo dello Stato. Una lista che, inevitabilmente, resta legata al delicato equilibrio che Renzi sta cercando di raggiungere in queste ore con i partiti che sostengono la maggioranza e, soprattutto, con il Ncd di Angelino Alfano.



Equilibrio che resta legato a doppio filo con la presenza o meno del vicepremier uscente nel nuovo esecutivo e con il nodo del titolare dell'Economia.

Restano aperte, quindi, le caselle del Tesoro e del Viminale ma anche sugli altri dicasteri non sembrano esserci certezze. A via XX Settembre, ad esempio, si è ancora fermi al bivio tra un profilo tecnico ed uno politico. Con il primo che vede in pole due nomi di peso: Guido Tabellini, ex rettore della Bocconi e Pier Carlo Padoan, ex vice segretario generale dell'Ocse e attualmente presidente dell'Istat. Il profilo politico ha invece le fattezze di uno degli uomini più vicini a Renzi, il ministro uscente per gli Affari Regionali Graziano Delrio. Di certo - è il diktat posto da Alfano - a via XX Settembre Ncd non accetterà un ministro «affezionato alle tasse».



Al Viminale resta plausibile la conferma di Angelino Alfano (ma a quel punto il leader Ncd non sarebbe più vicepremier) che ha come principale alternativa quella dell'ormai ex ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Sempre in chiave dell'accordo con Ncd sono orientati verso una conferma Maurizio Lupi alle Infrastrutture e Beatrice Lorenzin alla Sanità con il primo che, in alternativa, potrebbe anche andare alla Difesa. Difesa che vede in corsa anche l'attuale sottosegretario Roberta Pinotti con Mario Mauro (Pi) che sarebbe così trasferito agli Affari Regionali.



Altro nodo non di poco conto è quello del ministero della Giustizia dove Ncd, in maniera netta, mira ad una figura garantista. Qui i favoriti al momento sembrano tre: il pm Raffaele Cantone, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri e Dario Franceschini. In calo, invece, le quotazioni di Livia Pomodoro.



Chi va verso una conferma è Andrea Orlando all'Ambiente, con i Beni Culturali che resterebbero alla guida di Massimo Bray o, in alternativa, di Franceschini. Destinata ad un upgrade dalla segreteria al governo appare Maria Elena Boschi come titolare delle Riforme mentre al Lavoro i due nomi in corsa sono Guglielmo Epifani e Pietro Ichino (Sc). Papabili, per lo Sviluppo Economico, i tecnici Franco Bernabé ei Mauro Moretti.



Con due novità come corollario: un nuovo ministero per il Commercio Estero che andrebbe al montezemoliano Carlo Calenda dopo che stasera Luca Cordero di Montezemolo avrebbe declinato l'invito del premier incaricato a guidare il Made in Italy. Altro dicastero nuovo sarebbe quello dell'Innovazione, guidato da Renato Soru. Verso una conferma, ma non scontata, appare Emma Bonino agli Esteri mentre a Bruxelles, come titolare degli Affari Europei non potrebbe più sedere Enzo Moavero: probabile la staffetta con Federica Mogherini, responsabile Europa del Pd.
Ultimo aggiornamento: 22:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA