Ogni nome una cifra: quei foglietti
scritti sulla "carta mangiabile"

Giovedì 5 Giugno 2014 di Roberta Brunetti
Giorgio Orsoni
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VENEZIA - Finanziamenti "in bianco" e finanziamenti "in nero", sempre comunque illeciti. I fondi creati dal Consorzio Venezia Nuova, attraverso un complesso giro di fatturazioni false che coinvolgevano varie società, non avrebbero alimentato solo la grande corruzione, ma anche il finanziamento illecito dei partiti. Con fondi che potevano essere formalmente dichiarati, ma sempre da società minori, mai dal Consorzio, che invece effettivamente li sborsava. Ed ecco la modalità "in bianco". Oppure essere versati senza dichiarazione alcuna, a rate, in pacchetti o buste, "in nero" appunto.

Maxi finanziamento illecito. La difesa di Orsoni: «Accuse poco credibili».

É un altro fronte dell’inchiesta che ha scosso la città, quello che è arrivato a colpire lo stesso sindaco Giorgio Orsoni, finito per questo agli arresti domiciliari. Tre in tutto i politici coinvolti. La posizione più grave è quella di un altro esponente Pd, il consigliere regionale di lungo corso Giampietro Marchese, per cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Mentre una richiesta di arresti domiciliari c’è anche per Lia Sartori, richiesta per il momento sospesa, in quando l’ex consigliera regionale è eurodeputata del Pdl ormai in scadenza.

APPUNTI IN "CARTA MANGIABILE" - Ma l’ordinanza racconta anche della genesi di questo filone dell’inchiesta. Tutto sarebbe partito dalla scoperta di alcuni foglietti tra la documentazione riservata del Consorzio, nascosta da una dipendente a casa dei suoi genitori. Appunti dettati dal factotum Pio Savioli, scritti su "carta mangiabile", come si raccomanda un altro uomo del Consorzio in un’intercettazione. Ebbene, in uno di questi appunti, c’è una lista di somme con a fianco dei nomi: 33mila euro per Pd provinciale, per Lucio Tiozzo, per Marchese, 100mila per la Fondazione Marcianum...

Ultimo aggiornamento: 19:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA