Coop e Consorzio Venezia Nuova
Il filo "rosso" delle tangenti

Sabato 14 Giugno 2014 di Maurizio Dianese
I lavori del Mose alla bocca di porto di Malamocco
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Tutti in fila per siglare il patto col diavolo. Se li è messi sotto tutti, Mazzacurati, quelli delle cooperative rosse, i duri e puri dell’ex partito comunista.

E sono loro che hanno fatto il lavoro di manovalanza della mazzetta. Non sono mai riusciti a salire ai piani alti dove si facevano le strategie - avevano solo il 5 per cento dei lavori del Mose - ma si sono dannati l’anima come e più degli altri per tenere in piedi il gran mercato delle mazzette al quale hanno attinto sindaci e deputati, senatori ed europarlamentari anche del centrosinistra. Ma se Baita aveva messo in piedi una multinazionale della mazzetta, i "compagni" andavano avanti ancora con le "bustarelle", come ai tempi di Marco Cacco. Altro che conti correnti a San Marino ed "esterovestizioni", qui al massimo si andava a Chioggia a piazzale Roma. E non solo mazzette perchè alle coop. Mazzacurati chiedeva di risolvere tutte le piccole rogne quotidiane, quelle più brutte. C’è un avvocato che ha bisogno di lavoro? Niente problema, lo assume la Coveco. C’è da trovare qualche decina di migliaia di euro per domani? No problem, ci pensa la coop. San Martino che il nero lo tiene sotto il materasso, sempre pronto. C’è l’ex segretario regionale della sanità Ruscitti che può dare una mano ad agguantare l’appalto per il nuovo ospedale di Padova? Gli diamo noi delle coop. una consulenza.

Non c’è limite alla genuflessione nei confronti di Mazzacurati. E quel che si capisce leggendo i 18 faldoni che la Procura ha messo ai disposizione degli avvocati difensori, è che siamo solo all’inizio della battuta di caccia dei p.m. Basti dire che le pagine degli interrogatori di chi è già stato arrestato sono piene di omissis. Significa che i magistrati stanno lavorando a ricostruire tutti i contatti e gli intrecci tra le coop. Come facevano il nero e come si compensavano tra di loro? Basti dire che di Franco Morbioli della Coveco, la Procura ha rilasciato un solo verbale di interrogatorio. E’ composto da 6 pagine e di queste 6 pagine, 5 sono bianche, coperte da omissis.

Un pò meno "omissati" gli interrogatori dell’altro patron della Coveco, Pio Savioli, «iscritto al partito da 40 anni». Savioli racconta che la Coveco entra nel Consorzio nel 2001. «Parte il Mose, in quell'epoca io ero già diventato amico dell'ingegner Mazzacurati, tanto che sono una delle prime persone, escluso il circolo della Furlanis, come la chiamavamo noi, cioè quelli che erano venuti con lui dalla Furlanis, a cui lui ha chiesto, ovviamente non io, di dare del tu, con qualche difficoltà da parte mia.» Ma se pure Savioli dava del "voi" a Mazzacurati, capisce subito che lavoro deve fare. Gli dice Mazzacurati: «Abbiamo come Consorzio Venezia Nuova delle particolari esigenze. Bisogna che anche voi ci diate una mano. Puoi chiedere alla cooperativa San Martino"... chi mi ha indirizzato alla cooperativa San Martino è stato lo stesso ingegner Mazzacurati: "Puoi chiedere alla cooperativa San Martino se ci.. mi dà, ci dà una cifra - in nero ovviamente - di una certa entità", in quel momento non me la ricordo, poteva essere 30 mila euro, piuttosto che 40 e cose di questo genere, o 50 o quello che è. Provvederemo poi a compensare la cooperativa San Martino. Intanto chiedigli questo".

Allora io prendevo e andavo...» Ecco, io prendevo e andavo. E’ tutta qua la storia delle coop., in quel "prendevo e andavo". E fa tenerezza la difesa: «Non ho mai trattenuto non dico un euro, ma neanche un centesimo». Li versava tutti nel calderone delle mazzette governate da Mazzacurati - per un totale di 1 miliardo in 10 anni, secondo Baita - ma siccome al cuor non si comanda, poi c’erano i soldi anche per i "compagni". Come il consigliere regionale Giampiero Marchese. «Lei si ricorda di aver detto a Marchese, dopo aver aperto una borsa con una cerniera lampo, di avere detto: "16, gli altri 30 arrivano entro agosto?» Chiede il p.m. Paola Tonini. «Non me lo ricordo». Ma poi gli torna la memoria. «Si recuperavano 15 mila euro in San Martino per Marchese ogni 3 o 4 mesi. Viene pagato per il contributo al partito.» Perchè senza partito non si lavorava e senza cooperative il partito non viveva.
Ultimo aggiornamento: 20:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA